Il letto non è un oggetto di arredamento fisso, ma una struttura che vive e cresce con noi. Va scelto dunque nel suo insieme, con molta cura, e quando si nota un cambiamento, provvedere immediatamente a sostituirlo.
La scelta di un “sistema letto”, però, non è semplice come si possa pensare. Un letto è composto da numerose componenti ed esse, tutte insieme, concorrono ad una funzionalità intrinseca del “giaciglio” che è sempre abbastanza complessa da ottenere. Anche perché i materiali presenti in commercio sono davvero tanti, ma quasi mai è possibile farne una cernita accurata e ragionata prima dell’acquisto.
Vi è davvero una gran confusione intorno all’argomento “letto”, e sarebbe improprio se non davvero difficilissimo, iniziare un’analisi sui “sistemi letto” senza farne un’accurata disamina.
Si tende a pensare, ad esempio, che un letto rigido e duro sia da preferire per garantirsi un sonno davvero riposante, ma in realtà questo non è vero: passare una notte di sofferenze su un supporto che non si adatta alla vostra corporatura non solo non è d’aiuto per la colonna vertebrale, ma vi farà rigirare tra le lenzuola in un fastidioso dormiveglia. Negli ultimi tempi sono comparsi i futon, i bassi supporti rigidi che nelle abitazioni giapponesi fanno le veci del letto, i quali, in genere, sono ad esempio troppo duri per un occidentale. Ultimamente sono stati molto apprezzati dal grande pubblico, i letti dotati di materassi “in lastra”, cioè composti da uno o più strati di lattice naturale o sintetico, i quali, presenti in molteplici versioni dotate di un superficiale strato di “Memory” (uno speciale materiale che si adatta alla forma del corpo e lo avvolge nella parte bassa), possiedono un’eccezionale elasticità, che sarebbe poi la caratteristica essenziale che consentirebbe al letto di adattarsi alla forma del corpo, fintanto questa non diventa eccessiva e dunque dannosa .
Quello che però troppo spesso dimentichiamo, è il fatto che sotto a qualsiasi materasso che decideremo di acquistare, sarà necessario posizionare un supporto adeguato, che funga da sostegno al nostro letto e collabori attivamente per la sua massima salubrità.
La Rete da letto. Un po’ di storia.
Innanzitutto… sapete perché si chiama “rete” il supporto di doghe in legno che più comunemente viene usato come sostegno per i materassi ?
Beh, per i più “anziani”, questa spiegazione può di certo essere superflua, ma per i più giovani, o per i tanti stranieri che abitano nel nostro bel paese certamente no. Vediamo dunque di fare un po’di “storia” del letto, in modo da chiarire anche questo punto.
Fino alla metà del diciottesimo secolo, in quasi tutta Europa i letti venivano costruiti riempiendo dei grandi “contenitori” (o sacchi) in tessuto, con della lana o con del semplice materiale vegetale (paglia) opportunamente seccato al sole. Questi “materassi” primordiali, venivano poi poggiati su dei letti dotati di un ampio tavolato di legno, oppure direttamente in terra, specie quando si possedeva un bel pavimento in legno.
Circa a metà del settecento però iniziarono a diffondersi in Francia, dei supporti imbottiti più belli, salubri ed eleganti, che presero piede in quasi tutta l’Europa continentale. Erano i cosiddetti “sommier” o “cassoni”, i quali non erano altro che dei grossi “materassi” imbottiti che per garantire un comodo utilizzo ed una sufficiente rigidità di sostegno, erano dotati di una solida struttura interna in legno, spesso dotata addirittura di cinghie e molleggi superficiali, tali da renderla davvero molto comoda e funzionale.
Il vecchio cassone elastico, che reggeva il materasso ed a sua volta poteva essere sostenuto da piedini di appoggio, è stato quindi una soluzione tipica di qualche secolo fa, rimasta in voga fino ai giorni nostri in molti paesi. I modelli in questione avevano in pratica un’imbottitura analoga a quella di poltrone e divani di tipo classico: telaio di base, quadrigliatura inferiore e superiore, feltrone di copertura e tessuto di rivestimento con, all’interno, molloni a elica disposti verticalmente. Affinché i cassoni si mantenessero però in buone condizioni, occorreva una periodica revisione (almeno ogni cinque anni) da parte di un buon tappezziere. Il tessuto di copertura doveva essere lavato e, se occorreva, sostituito; il feltrone andava risistemato; bisognava rivedere le legature che tenevano in posizione le molle che potevano aver ceduto e anche le molle stesse, se apparivano schiacciate, andavano debitamente sostituite.
Questa tipologia di letto era e rimane quindi molto usata solo in alcune parti d’Europa ed è per lo più destinata ad un pubblico “un po’ più continentale”. Il suo uso ha fatto tuttavia da “trampolino” per un altro tipo di sostegno, certamente più semplice e più “povero”, quindi economico, che è praticamente costituito da un telaio di legno grezzo il quale, essendo intervallato da delle doghe in legno, veniva più comunemente inserito come supporto sotto al materasso in lana o vegetale.
Tale tipo di supporto però, aveva il problema di non possedere una sufficiente elasticità e per questo il suo uso risultava spesso scomodo e disagevole per i materassi comuni all’epoca. Fu perciò che, all’inizio del ‘900 iniziarono a comparire dei nuovissimi supporti da letto, dotati di telai in ferro, i quali contenevano delle vere e proprie “reti” metalliche che si adattavano perfettamente ad essere utilizzate a questo scopo. Esse infatti mantenevano invariata nel tempo una grandissima elasticità, erano molto salubri, sia perché in metallo, sia perché garantivano una perfetta areazione del materasso ed erano dotate di una notevole comodità.
Inizialmente queste reti era formate da delle sottilissime molle in ferro che messe insieme formavano degli ampi piani, “tessuti” molto fittamente, su cui venivano posti i materassi, ancora, all’epoca, imbottiti in lana o in vegetale. Dopo un certo tempo, però (anche se era un tempo misurabile in anni), questa tipologia di rete perdeva parte della sua elasticità, specie nella zona centrale sulla quale gravava maggiormente il peso di chi vi dormiva, e alcuni degli elementi si spezzavano liberando estremità appuntite che potevano lacerare il materasso e ferire le mani di chi rifaceva il letto. Di solito tra questo tipo di rete e il soprastante materasso si interponeva un “telo” a più strati, in tessuto magari plastificato, reperibile a basso costo sul mercato, che eliminava lo sfregamento tra rete e materasso e impediva che le estremità appuntite di una rete in condizioni non perfette rovinassero il materasso. Quando una di queste reti aveva ceduto un po’ troppo, cioè si era allentata e al tempo stesso presentava un certo numero di elementi spezzati, non rimaneva che sostituirla. Ecco che, sulla lunga distanza, quella che era all’inizio la soluzione più economica, finiva per non esserlo: siamo al classico caso di “chi più spende, meno spende”.
E infatti, a partire dagli anni sessanta, qualcuno pensò di inventare il cosiddetto “materasso a molle”, che altro non è che il tradizionale materasso imbottito in cui era stato inserito in maniera geniale, una struttura similare a quella del francese “sommier”, e tutto cambiò anche a proposito di “rete” ….
In quell’epoca entrarono infatti in commercio delle reti in acciaio più resistenti, formate da un solido telaio perimetrale in ferro (su quattro lati, invece che solo su due come nel tipo originale), i cui elementi elastici di supporto erano costituiti da molle ondulate (oppure piatte, a elica o d’altra forma), “legate” da elementi rigidi, che fornivano un supporto davvero “ideale” a chi desiderava dormire su di un letto che fosse, ne troppo morbido, ne troppo duro. In queste reti non si verificava quasi mai la rottura di un elemento elastico (se si verificava, lo si poteva sostituire senza problemi). Una rete di questo tipo anche quando vi è sovrapposto il materasso con tanto di coperte e lenzuola, rimane “schienata”: la parte centrale, cioè, resta più alta delle parti estreme (lato testata e lato controtestata). Tale assetto consentiva al corpo di chi stava sdraiato sul letto di essere sostenuto in modo corretto, più o meno orizzontale, e non “insaccato” come nelle reti a maglia, cosa non consigliabile specie per chi soffre di dolori di schiena (artrosi o altre affezioni) che richiedono durante il sonno e il riposo una “posizione fisiologica”. Si inizio’ la produzione (diffusissima) di questo diverso tipo di rete il quale, a differenza del tipo precedente, possedeva un grado di elasticità molto più adatto al materasso a molle.
Erano gli anni in cui imperversavano in Italia le pubblicità delle due più importati aziende del settore: la Permaflex, in quanto produttrice di materassi a molle di fama mondiale e la Ondaflex, che invece produceva reti in metallo da letto commercializzate a livello internazionale.
Si può senz’altro dire che la diffusione e la fama di queste due aziende fu tale, per il grande pubblico, da rendere il concetto di “sistema letto” in Italia abbastanza diverso da come lo si intende in buona parte del resto d’Europa: In Italia la rete ed il materasso sono una cosa abbastanza distinta dal “letto”, mentre in molti altri paesi, quando si parla di materasso lo si intende un tutt’uno con l’intero “sistema letto”.
Comunque, a parte queste nozioni di tipo storico, è importante sapere che il tipo di “sistema letto” diffuso negli anni 60 in Italia, mantenne inalterata la sua ampia diffusione per un paio di decenni fin quando, all’inizio degli anni 80, si cominciò a sviluppare una differente produzione nella quale si prevedeva l’uso, al posto della rete metallica (spesso rumorosa e considerata piuttosto fredda), di eleganti doghe in legno compensato curvato. Del resto le reti metalliche pur avendo raggiunto un buon livello tecnologico, tendevano comunque ad allentarsi, e pur essendo possibile riportarle alle caratteristiche originali sostituendo alcuni elementi elastici, specie nella zona centrale, si è cominciato giustamente a pensare ad altro.
Le strutture a doghe di legno flessibili sono attualmente di gran lunga le più diffuse in commercio. Esse permettono di realizzare un letto salubre e silenzioso, senza l’ingombro e il peso dei modelli “tradizionali” a molle, ma quello che è più importante ne garantiscono (attenzione!!) una più salutare ed ergonomica “rigidità”.
A questo punto, una domanda potrebbe sorgere spontanea ai più: ma il letto deve essere rigido o elastico? Deve essere ergonomico o ortopedico ?? Questo è il dilemma, e per questo è necessaria un accurata spiegazione…
Che caratteristiche deve avere una buona rete?
Il requisito fondamentale di un letto veramente degno di questo nome deve essere principalmente uno: quello di non far inarcare la schiena o di non accentuarne le curvature.
La spina dorsale e il collo devono restare allineati, mentre bacino e spalle non devono essere sottoposti a sforzi innaturali. Il punto centrale del rapporto ergonomico è infatti l’interazione che si sviluppa tra il letto e la colonna vertebrale, ed è qui dunque che vanno focalizzati gli interventi tesi all’ottenimento del miglior “sistema letto” possibile. La scelta dei materiali e delle tipologie di rete e materasso va fatta quindi con estrema cura, tenendo conto della propria struttura fisica e di una serie di fattori precisi che sono il peso, l’altezza, il sesso e il modo di dormire, nonché la base destinata ad accoglierlo.
In genere, se siete di corporatura asciutta una superficie un po’ più morbida è quello che fa per voi. Quando provate il letto, fate particolare attenzione alle parti sporgenti del corpo: le spalle degli uomini, per esempio, su un materasso troppo duro possono far inarcare in modo innaturale la colonna vertebrale se prive di sostegno adeguato, mentre per le donne la zona interessata è quella del bacino, naturalmente più “largo” di quello maschile.
La posizione abituale durante il sonno.
Tutto quello che limita la libertà di movimento a letto, incide negativamente sulla qualità del sonno. Mentre dormiamo cambiamo posizione almeno una decina di volte quando stiamo bene, che possono superare il centinaio se stiamo male, se siamo preoccupati o se tentiamo di addormentarci su una superficie troppo dura o cedevole. Il letto ideale deve essere dunque al tempo stesso morbido per cedere in corrispondenza delle parti sporgenti del vostro corpo, elastico per sostenere le parti concave e mantenere la colonna vertebrale in posizione diritta, duro per lasciarvi libertà di movimento. Troppo difficile ? Con la dovuta calma e pazienza cercheremo di dissipare ogni dubbio, ma prima di partire è importante che sia assolutamente indubbio un fatto: qualsiasi sia il tipo di materasso che si intende acquistare, senza un sostegno inferiore adeguato, la sua scelta sarà senz’altro sbagliata …. Sarebbe come pretendere di dormire comodi su di una coperta posta su di uno scoglio, oppure come cercare di “ammorbidire” il sonno di un fachiro, poggiando sul suo letto di chiodi un sottile sacco di Juta. Il sistema letto va inteso sempre nel suo insieme e non bisogna mai scindere la scelta del materasso da quella della rete sottostante.
Come si sceglie dunque, una buona rete da letto ?
Avendo ovviamente cura di considerare nella giusta misura, tutte le componenti del sistema letto! E cioè: La persona che vi deve dormire, il tipo di materasso che desideriamo utilizzarvi e (non ultimo) il tipo di estetica che desideriamo dare al nostro letto.
Iniziamo dalla persona. Senza addentrarci troppo in un argomento di cui parleremo più approfonditamente a proposito del materasso, abbiamo già detto che tre sono principalmente le cose da tener presente in merito alle persone che occuperanno il nostro futuro sistema letto: il loro peso e la loro tipologia di corporatura, la loro attitudine ad assumere più frequentemente
qualche determinata posizione durante il sonno e le loro eventuali patologie, quali mal di schiena cervicale, allergie ecc… Dato che lo scopo come abbiamo visto, è quello di ottenere una “risposta” adeguata in termini di elasticità ed ergonomia dal sistema letto, per delle persone di grande corporatura, magari dotate di un peso consistente, sarà meglio destinare una rete più rigida, che offra cioè una opposizione più “importante” alle sollecitazioni date dalla persona stessa al materasso sovrastante. Allo stesso modo, se si conosce la presenza di allergie, come quella alla polvere o agli acari, sarà opportuno orientarsi verso dei sostegni da letto che consentano una più facile pulizia dello spazio sotto al materasso ed una certa facilità di spostamento.
La scelta della rete è dunque evidentemente legata in maniera molto stretta a quella del materasso.
Se si decide infatti di acquistare, ad esempio, un materasso a molle di tipo ortopedico, dovremo pensare di dotarlo di una rete piuttosto rigida, che opponga una valida resistenza al materasso quando una persona, magari sofferente di mal di schiena, preferisce un sistema letto di questo tipo in modo da non avere la propria spina dorsale curvata durante la notte.
Al contrario chi preferirà un materasso più morbido ed elastico, magari in lattice sintetico e Memory, sarà in qualche modo costretto a comprare in abbinamento una rete a doghe più elastica, meglio se addirittura regolabile, che consenta in qualche modo di assecondare i movimenti del materasso senza però creare degli avvallamenti tali da compromettere la giusta posizione della schiena.
A questo punto è giunto il momento di vedere nel dettaglio le varie tipologie di rete a doghe esistenti, anche perché ci sembra inutile dilungarci troppo in maniera “teorica” in un tema che è più opportuno affrontare in modo “pratico”.
Tutti i tipi di rete a doghe.
Come speriamo sia chiaro dalla nostra disamina, il “Sistema letto”, cioè materasso, coperte, lenzuola e copriletto, deve essere sempre supportato da una struttura capace di reggere il peso di tutta questa attrezzatura, più il peso della persona coricata. Una struttura di sostegno tipica della nostra epoca è quella costituita da un telaio di ferro, poggiato a terra mediante supporti di varia altezza, nel quale sono collocati gli elementi di sostegno in doghe di legno che sostengono elasticamente materasso e coperte. Certe volte la rete stessa, munita di piedini, poggia direttamente sul pavimento e altre invece fa parte integrante del letto che può essere in legno, in ferro oppure imbottito. Il non trascurabile pregio delle doghe in legno è quello di essere leggermente “a schiena d’asino”: la parte centrale resta cioè leggermente sopraelevata rispetto ai lati quando nessuno vi è disteso sopra. Si tratta di una caratteristica importante, e vedremo perché quando parleremo in modo specifico del “sostegno ortopedico”.
La classica “rete a doghe” può avere strutture notevolmente diverse. Il tipo con sottili doghe in compensato di faggio evaporato, fissate ad un semplice telaio in ferro da dei piccoli sostegni in plastica, deve al basso costo la sua presenza massiccia e la sua persistenza sul mercato. Sotto tale aspetto, non si può certo parlarne in maniera malevola: Essa costituisce in fin dei conti una buona soluzione, ha quasi sempre un buon rapporto qualità-prezzo, e possiede delle caratteristiche piuttosto “universali” che la rendono adatta a molti tipi di materasso. Va detto che una rete elastica moderna a doghe di legno, sia essa “normale”, piuttosto che complessa, non è rumorosa, non cigola quando chi giace si muove, grazie alla presenza di elementi di giunzione e di “boccole” in nailon o moplen e mantiene una buona resa elastica nel tempo. Le reti a doghe “piatte”, ad elementi elastici a doghe larghe, ancorate a telai dotati di supporti in plastica, sono invece l’ideale per chi desidera un supporto eccezionalmente duro. E’ in pratica come si poggiasse il materasso su di un grande pannello di legno ma a differenza di quest’ultimo la rete a doghe larghe offre una grandissima areazione al materasso che così non può trattenere l’umidità e muffarsi.
Le reti « ortopediche».
Alcune fra le più note case produttrici, all’avanguardia nella produzione di reti a doghe a “molleggio fisiologico”, fino a qualche anno fa, definivano “normale” una rete abbastanza molleggiata, “ortopedica” una rete piuttosto indeformabile e “super-ortopedica” una rete particolarmente rigida e robusta.
Da un po’ di tempo a questa parte, dopo accurati studi sulle più diffuse forme di artrosi vertebrale, le reti definite “ortopediche” sono invece quelle che si accordano perfettamente alle esigenze di riposo di chi ha problemi dorsali; non più dunque un ragionamento solo legato alla rigidità del supporto, bensì comprensivo di una ben più ampia caratterizzazione che tiene conto di numerosi altri parametri. Nelle reti ritenute adesso più “ortopediche” infatti due fascioni metallici alle testate, ai quali si agganciano le doghe, riducono il gioco del molleggio e due o più traversini, sui quali poggiano gli archi di sostegno, conferiscono maggior compattezza e robustezza. Entra insomma adesso in gioco anche la plastica e la gomma. Numerosi produttori propongono oggi anche nuovi tipi di rete a doghe “tutto legno” oppure “legno-gomma” messi in commercio con successo per rispondere alle moderne esigenze di coloro che prediligono dormire su sistemi letto che non prevedono l’uso del metallo. Questo tipo di scelta può essere dettata sia da esigenze estetiche sia dalla volontà di dormire in luoghi in cui non siano presenti cariche elettromagnetiche, ma bisogna correttamente dire che gli studi sull’eventuale influenza negativa della presenza vicina del “metallo” durante il sonno non hanno per adesso dato delle vere “conferme” in questo senso. Nelle soluzioni “tutto legno”, gli elementi elastici sono costituiti da listelli trasversali in faggio, che poggiano direttamente sul telaio portante in frassino, faggio o in altri legni come il rovere. Nelle soluzioni “legno-gomma”, gli elementi elastici sono costituiti da tante piccole doghe curve, ben tese, ancorate al telaio, a formare una fitta quadrigliatura.
Nelle soluzioni “legno-gomma” si hanno listellature a elementi più o meno lunghi in legno, supportati o comunque ancorati ad elementi in gomma, a costituire strutture miste di vario tipo. Comunque siano i modelli, si palesa in genere una tendenza verso “reti” poco o molto elastiche a seconda della persona che vi ci giacerà. Questo presuppone dunque, secondo i medici, che la scelta dovrebbe sempre indirizzarsi verso quei supporti che si dimostrano fisiologicamente più adattabili al nostro corpo.
I letti un po’ speciali
Sono quelli reclinabili e sollevabili di ultima generazione con meccanismo manuale o elettrico. Permettono di assumere molte diverse posizioni al materasso (che di conseguenza deve poter essere molto elastico), consentendo dunque di sollevare la zona alta del busto piuttosto che quella bassa dei piedi. Sono particolarmente adatti a chi è abituato a stare a letto anche in posizione abbastanza “seduta” oppure anche per chi ha problemi di circolazione alle gambe. Il loro utilizzo è stato piuttosto limitato ultimamente dal fatto che la maggior parte della gente preferisce letti “con contenitore” che prevedono cioè lo sfruttamento dello spazio sotto al letto come luogo per riporvi delle cose, e questo tipo di rete non consente tale utilizzo. Come detto esistono sia in versione “manuale “ che elettrica, cioè dotate di un motore che, attraverso un telecomando, consente alla rete di assumere millimetricamente qualsiasi posizione.
Facciamo ora una panoramica dei prodotti più comuni che si possono trovare in commercio:
Rete a doghe a doppia arcata di tipo tradizionale
E’ la più comune delle reti a doghe, anche perché è quella preferita per i letti imbottiti con il contenitore sotto. E’ anche il modello ritenuto più “universale” in quanto si adatta bene ad ogni tipo di materasso. E’ una rete robusta comoda ed ergonomica, ma la caratteristica che ha determinato il suo grande successo e la sua diffusione è senz’altro il suo ottimo rapporto qualità-prezzo.
Un semplice e robusto telaio in ferro forma un solido perimetro in cui, tramite dei piccoli sostegni in plastica ad incastro, sono inserite le doghe in faggio curvato.
Rete a doghe unica
Dotata di una grande rigidità e robustezza è, a differenza del modello precedente una rete priva dell’impiccio dato a volte dal sostegno centrale in metallo. In questo caso infatti tale sostegno è posto sotto le doghe e non al pari di esse. Questo particolare permette di non “sentire” il sostegno metallico centrale durante il sonno, ma dona una rigidità maggiore alla struttura elastica, causata dallo spessore aumentato delle doghe e dal fatto che esse non sono “curvate”, come nel precedente caso, bensì più dritte e compatte.
E’ senz’altro una rete per chi preferisce dormire su di un sostegno rigido ed è dunque molto adatta per i materassi ortopedici con portanza maggiorata.
Rete a doghe tradizionale con cinghie trasversali
E’ in pratica una evoluzione della rete a doghe in cui viene previsto l’uso di alcune cinghie trasversali alle doghe stesse. In questo tipo di rete, l’elasticità delle doghe viene limitata dalle cinghie che in tal modo rendono il piano letto anche più robusto e meno soggetto a rotture. Si adatta a qualsiasi tipo di materasso, ma è particolarmente adatta per quelli in lastra, come i materassi in lattice o water-foam, perché risponde egregiamente alle sollecitazioni che potrebbero gravare su materassi come i suddetti, dotati di poca portanza e di poca rigidità.
Una rete di questo tipo può corredare a volte anche alcuni modelli di letto imbottito con contenitore.
Rete a doghe metallica con supporti lombari regolabili
Nata anche questa come evoluzione della classica rete a doghe è un supporto per letto di tipo tradizionale dotato di un particolare tipo di doga nella zona centrale. In questo caso infatti le tre o quattro doghe ritenute più comunemente sollecitate dal corpo umano (zona spalle per gli uomini e zona fianchi per le donne) sono formate da due listelli separati che possono aumentare o diminuire la loro resistenza elastica a seconda di dove sono posizionate delle speciali fascette elastiche che sono utilizzate per unirle. Più è grande la distanza fra le due fascette, minore sarà l’elasticità offerta dalla doga in questione. Grazie a questo stratagemma è possibile regolare in maniera differente la rigidità delle due zone di
un letto matrimoniale ed allo stesso tempo regolare esattamente l’elasticità della rete a seconda del materasso che vi si utilizza.
Rete metallica a doghe con 4 alzate indipendenti
Questa può essere considerata la più comune ed economica fra le reti a doghe cosidette “speciali”. E’ dotata di 4 meccanismi indipendenti (due nel letto singolo) che, attraverso una cremagliera posta sotto le doghe, consentono di alzare o abbassare a piacimento la zona delle gambe o quella del busto. Si tratta di un prodotto facile ed estremamente pratico che può tranquillamente essere utilizzato da chiunque, anche dai più anziani. La sua caratteristica principale è infatti la sua facilità di utilizzo, unita al fatto che può essere utilizzato con molti tipi di materassi. I quali, comunque, devono poter essere abbastanza elastici per poter assecondare i movimenti della rete.
Rete a doghe con telaio in legno
Dotata di una struttura completamente il legno massello o multistrato, questo tipo di rete è la preferita da chi preferisce i materiali caldi e naturali. E’ composta da un perimetro di sezione rettangolare in cui sono inseriti, tramite dei piccoli inserti in plastica, le singole doghe in faggio curvato. Q
uella fotografata qui è del tipo fornito di doghe regolabili che, come nel caso delle reti con telaio metallico poco prima descritte, permettono una regolazione millimetrica della rigidità lombare. E’ uno dei supporti letto che consente meglio di essere utilizzato “nudo”, cioè senza un letto di contorno che ne valorizzi l’aspetto estetico. Anche perchè può essere realizzata in numerosi materiali ed essenze di legno e può dunque assumere delle sembianze differenti a seconda del colore che gli viene dato.
Rete a doghe sottili regolabili oscillanti su gomma
Si tratta di una delle migliori reti esistenti in commercio a livello di ergonomia. Essa è costruita attraverso il collegamento di un gran numero di sottili doghe di legno a dei supporti di gomma che ne garantiscono una grandissima elasticità, pur mantenendone intatta la portanza. In questo tipo di rete i materassi in lattice o in Water-foam di qualità trovano il loro abbinamento ideale perché riescono ad esprimere al meglio le loro caratteristiche di ergonomia e salubrità. Si tratta di supporti già tecnologicamente piuttosto avanzati che, pur non essendo di certo ritenuti “economici”, possiedono comunque un ottimo rapporto qualità-prezzo.
Rete a doghe sottili regolabili e oscillanti con alzate
Non è altro che una rete ancora più comoda della precedente che permette di alzare ed inclinare indipendentemente la zona del busto e quella delle gambe. in questo tipo di rete le doghe essendo piuttosto sottili e strette, consentono al materasso di assumere ogni posizione possibile.
Per far questo è però necessario l’utilizzo di materassi “in lastra” e non ad esempio, quelli a molle, i quali per le loro stesse caratteristiche tendono a rimanere piuttosto dritti e rigidi anche se si cambia la conformazione della rete sottostante. In questo tipo di rete l’unico svantaggio può essere dato dalla relativa “fragilità” che possiedono le doghe che, dovendo mantenere una grandissima elasticità, vengono prodotte in sezioni rettangolari piuttosto ridotte.
Rete a doghe in legno motorizzata con telecomando
Quando la tecnologia si coniuga con la ricerca del benessere ecco che si ottengono ottimi prodotti che possono migliorare la vita di ognuno. In questo caso stiamo parlando di una rete a doghe con telaio in legno fornita nella versione matrimoniale di due motori indipendenti capaci di far assumere alla persona coricata un’infinità di posizioni, premendo un solo tasto. La rete qui fotografata, ad esempio, possiede una robusta struttura in multistrato di faggio alla quale sono ancorati, tramite un sistema di leve, due potenti motori elettrici. Alla pressione del comando la rete alza e abbassa la posizione del busto o delle gambe a piacere.
Rete a doghe motorizzata con doghe a doppia curvatura
Quando si parla di tecnologia, si sa che essa si evolve in continuazione creando nuovi materiali e nuove forme di utilizzo. L’innovativa rete a doghe motorizzata fotografata qui, ad esempio, è stata studiata per un uso particolarmente innovativo delle doghe centrali della zona lombare.
Esse sono fornite infatti di una doppia curvatura che permette loro di rispondere ancora meglio alle sollecitazioni date dal peso del corpo quando poggia sul materasso. Anche queste, come tutte le altre reti dotate di alzate indipendenti, alza-testa ed alza-gambe, trovano il loro miglior utilizzo abbinate ad una coppia di materassi singoli in lastra oppure di tipo comunque ergonomico ed elastico, capace cioè di far assumere al corpo la posizione stessa che viene decisa regolando l’altezza della rete sottostante. Una “magia” della moderna tecnica del benessere!
Rete a doghe motorizzata con supporti regolabili su gomma
Eccoci terminare la nostra carrellata con quella che può essere considerata a giusto titolo il naturale coronamento di tutte le tecnologie legate al buon sonno ed al benessere del riposo. In questo tipo di rete infatti tutte le più moderne tecniche costruttive sono applicate in maniera egregia. La rete è fornita di un potente ed affidabile motore elettrico telecomandato, viene costruita intorno ad un solido telaio in legno massiccio di faggio e può garantire il più ampio comfort, grazie alle proprie sottili doghe in faggio curvato, montate su supporti oscillanti in gomma e regolabili in quanto a rigidità. In questa rete ogni particolare costruttivo viene preso in considerazione al fine di ottenere il massimo risultato in tema di benessere. La sua più importante caratteristica è infatti data dalla sua grandissima comodità, garantita dall’abbinamento, indispensabile, con un materasso di qualità ineccepibile.
Abbiamo così completato un’ampia disamina di quelli che sono i modelli di rete a doghe maggiormente presenti sul mercato, segnalando per ognuno le caratteristiche più basilari. Inutile dire però che presso i nostri negozi di Dicomano e Firenze è possibile prendere visione diretta dei numerosissimi modelli esposti in modo di farsi un’idea ancora più dettagliata dei prodotti di cui stiamo parlando.
Vi aspettiamo quindi al più presto, sperando che questa nostra esposizione vi abbia suggerito sufficientemente la reale importanza del “dormire bene” e dell’utilizzo dei migliori materiali al fine di ottenere il miglior benessere possibile.