Sistemare i cibi al meglio è una delle funzioni più importanti che consentono le cucine moderne; in quanti però al giorno d’oggi conoscono quelli che per le casalinghe di una volta erano ritenuti concetti basilari di conservazione?

Partiamo da un principio: la conservazione corretta di ciò che mangiamo influisce direttamente sulla nostra salute e sul nostro benessere fisico e psichico. Disporre gli alimenti in uso e le scorte in modo che si conservino bene è infatti possibile senza troppi problemi, grazie alle moderne cucine componibili. Per questo motivo il seguire delle regole di comportamento ben precise, consente di alimentarsi in tutta sicurezza, anche grazie all’arredamento della propria casa. Vediamone insieme alcune:

Tutto a posto e al giusto freddo

Vuotare e pulire il frigorifero facendo attenzione all’interno, agli accessori e al fondo, sarebbe un lavoro da fare ogni due mesi, in caso contrario si potrebbero sviluppare infatti batteri e muffe dalla pericolosità davvero notevole per la nostra salute.

Un po’ meno frequente, ma lo stesso necessaria, questa pulizia è obbligatoria anche per quanto riguarda il congelatore che, potendo contare su temperature molto più basse, non consente una carica batterica similare a quella che può prodursi dentro al frigo; la sua pulizia però è resa comunque indispensabile dallo sporco che potrebbe in qualche modo crearsi all’interno dell’elettrodomestico e andare in contatto con i cibi una volta che questi verranno aperti e consumati.

Per operare un efficace pulizia, dopo aver tolto i cibi, bisogna sfilare i ripiani, i cassetti e i balconcini e lavarli con il sapone liquido da piatti. Procedere poi col pulire pareti e fondo con acqua e aceto o con un prodotto spray apposito dal potere disinfettante, dopo di che sciacquare bene. La raccomandazione più importante è, a questo proposito, quella di insistere in angoli e fessure remoti dove lo sporco a volte si accumula con più facilità nel tempo, perché è proprio li che potrebbero raccogliersi i batteri più insidiosi.

Spostare poi il frigorifero dal muro e togliere dal retro la polvere, almeno una volta ogni due o tre anni, potrebbe sembrare un operazione “estetica” dal poco valore igienico nutrizionale; in realtà non è affatto così perché lo sporco accumulato sulla serpentina e sulla griglia posteriore di un frigo non può che diminuirne la resa. Questo ovviamente a discapito di una corretta e più duratura conservazione specialmente di quei cibi che risentono molto delle errate temperature. E se il frigo è del tipo a incasso? In questo caso la necessità di pulizia del retro è minore, perché vi è meno possibilità che lo sporco vada ad annidarsi nel sottile spazio rimanente nel retro delle colonne in legno delle nostre cucine componibili. Qualora però si voglia lo stesso pulire dopo qualche anno di esercizio la serpentina del frigo ad incasso, è possibile farlo facilmente svitando le viti che fissano l’elettrodomestico alla scocca in legno ed al relativo sportello; dopo di che estrarlo dal suo alloggiamento e procedere con l’aspirazione dello sporco eventualmente depositato sulla griglia posteriore.

Si tratta di un’operazione che può sembrare abbastanza complessa, ma che richiede in realtà poco più di mezz’ora di lavoro, comprensiva del rimontaggio del frigo al suo posto. Un azione di pulizia che quindi è abbastanza fattibile per chiunque abbia a cuore il buon mantenimento dei propri oggetti e della propria salute.

Dal punto di vista “salutistico”, verificare anche scadenze e stato di conservazione di salse o sfizi gastronomici “dimenticati” da un po’, deve essere anch’essa considerata una regola fondamentale. Così come quel principio che consiglia vivamente di chiudere opportunamente i cibi con contenitori, sacchetti o pellicole adatte e studiate all’uopo. La maggior parte dei cibi che conserviamo in frigo infatti, hanno una precisa durata una volta che essi sono aperti e rimossi dalle proprie confezioni. Gli errori più comuni in questo caso sono quello di dimenticarsi del momento in cui abbiamo inserito il cibo in frigorifero e quello di non richiudere correttamente i cibi una volta che la loro confezione è aperta.

Occorre ricordarsi sempre che non si può scambiare il frigorifero per una dispensa dove infilare i cibi alla rinfusa. Gli alimenti freschi vanno confezionati e riposti nella zona più indicata per loro a seconda dei gradi di temperatura ai quali devono essere conservati. Quelli invece preconfezionati vanno mantenuti nello scomparto più adatto a seconda della temperatura che viene indicata in etichetta.

In tutti i modelli di frigorifero (dal più semplice ai modelli no-frost, quelli che non fanno brina, oppure ai ventilati, con ventola che manda aria in tutto il vano) ogni tipo di alimento deve essere racchiuso opportunamente per evitare che si alteri, si secchi o ammuffisca. E’ sempre buona norma avvolgere o coprire i piatti con pellicola o alluminio. Per cibi cotti, carne, pesce, formaggi si usano contenitori di vetro o plastica con coperchio. Ciò perché è assolutamente indispensabile che essi non vengano in alcun modo in contatto con altri alimenti, come la carne cruda o gli involucri degli altri alimenti, perché la differente carica batterica potrebbe contaminarli con agenti patogeni risultati a volte addirittura letali.

Per la verdura sono molto utili i sacchetti specifici microaerati, che la lasciano respirare i cibi, come i Verde Fresco di Cuki, per tutto il resto esistono nei supermercati sacchetti e contenitori adatti ad ogni specifica tipologia di cibo da conservare.

Le tre fasce di temperatura adatte ai diversi cibi .

Se il tuo frigo non è no-frost o ventilato, cioè a gradi omogenei in ogni zona, fai così: sui ripiani inferiori, dove la temperatura è più bassa (2-3°c), disponi i cibi più delicati (carne, pesce, affettati, dolci alla crema, cibi cotti). Al centro, a 5°C: formaggi freschi, uova, salse, latte. In alto, a 7-8 °C, salumi interi, yogurt, burro, altri formaggi. Frutta e verdura vanno nei loro cassetti. Nella dispensa vanno i cibi in uso, quelli confezionati non acquistati nel banco frigo e le scorte .

Ma quanto durano gli alimenti in frigorifero?

Vediamo di fare un po’ di chierezza:

  • Carne fresca o cotta: 2 giorni
  • Pesce fresco o cotto: 2 giorni
  • Formaggi a pasta molle: da 3 a 5 giorni (a 7/8 °C di più a 10 di meno)
  • Formaggi a pasta dura: 12-15 giorni (a 5 °C di più, a 8 di meno)
  • Latte fresco: 5-10 giorni, a seconda della temperatura a cui si regola il frigo
  • Insaccati affettati: 2 giorni
  • Ortaggi a foglia e legumi: da 1 a 3 settimane (a 5 °C di più a 7 di meno)
  • Altri ortaggi: 2-3 settimane, secondo la temperatura
  • Frutta: 2-3 settimane
  • Frutti di bosco: 1 settimana

E con il sottovuoto alimenti freschi 5 volte più a lungo.

Forse non tutti sanno che… togliendo l’aria intorno all’alimento, si evita l’ossidazione e il cibo dura 5 volte di più. Come fare da soli il trattamento sottovuoto? Ci sono piccoli apparecchi, venduti in kit con sacchetti e barattoli, che tolgono l’aria e sigillano i cibi in maniera molto efficacie. Con questo metodo è possibile conservarvi tutto: carne, pesce, formaggi, affettati, salumi, verdura, pane, cibi cotti. E ci sono anche frigoriferi con la funzione sottovuoto integrata, come quelli di Ariston e Siemens, che sono dotati di un contenitore interno, nel quale basta premere un pulsante per creare il sottovuoto.

Tre volte l’anno svuota la credenza e togli le briciole.

Ma usciamo adesso dal frigo ed entriamo in dispensa, dove troveremo probabilmente rannidati negli angoli, chicchi di riso, tracce di farina, briciole di pasta o granelli di zucchero.

Di giorno in giorno nei mobili da cucina che contengono gli alimenti secchi si disperdono infatti residui che si infilano sotto le confezioni e nelle fessure. Svuotare il mobile e pulirlo con una spugnetta umida una volta ogni tanto è assolutamente indispensabile; se resta qualche segno di sporco vuol dire che è il momento di usare un poco di detersivo multiuso, sciacquare bene e lasciare asciugare il mobile ad ante aperte. È un’operazione lunghetta, ma da fare almeno due volte l’anno, specie all’inizio della primavera, quando è facile arrivino gli insetti.

E parliamone di questi famosi insetti che insidiano le nostre dispense. Si tratta di un insetto volante, la cosiddetta “farfallina della pasta” e di uno strisciante, la formica domestica.

La più comune da incontrare e, per fortuna, la più facile da trattare, è senz’altro la farfallina per la quale esistono in commercio numerosi prodotti specifici, così come per l’allontanamento delle formiche.

Quelle che sono comunemente chiamate “farfalline” sono in realtà le Tignole, nate da uova deposte nei cereali e legumi non ben chiusi. Capita anche di comprare confezioni che già ne contengono. Se il pacchetto o il barattolo è trasparente ci se ne accorge perché il prodotto risulta sfarinato alla base. Per evitare che una farfallina migri da un pacco all’altro, tutti i cereali vanno conservati in vasi con coperchi (se sono sottovuoto meglio lasciarli nella loro confezione). Il sistema per eliminare le uova è tenere nel freezer le scorte per 15-20 giorni. Un po’ crudele ma funziona, perché è bene ricordare che questi insetti sono fastidiosi, ma non nuocciono alla nostra salute.

Qualora si intenda procedere in maniera del tutto naturale anche a proposito di “prevenzione”, ecco allora alcuni semplici rimedi “della nonna” che vi permetteranno di tenere lontani dalla dispensa piccoli insetti e parassiti ed evitare sprechi di cibo:

Per cominciare, è bene sapere che l’odore dell’alloro e dell’origano è in grado di allontanare le farfalline e le formiche. Vi basterà posizionarne qualche foglia nella dispensa per tenerle lontane.

Un altro rimedio è invece quello dell’arancia “chiodata” con chiodi di garofano; come l’odore dell’alloro anche quello dei chiodi di garofano non viene apprezzato dalle farfalline che così si tengono ben lontane dalle confezioni di cibo.

Invece che con il detersivo, si può poi pulire la dispensa con una soluzione preparata con acqua e aceto. Anche questo aiuterà a tenere lontano gli insetti.

Infine, ecco un rimedio non solo naturale ma anche profumatissimo: procuratevi dell’olio essenziale di lavanda e dopo averne imbevuto un fazzoletto, posizionatelo tra gli scaffali. In alternativa, utilizzate l’olio essenziale di menta, citronella o eucalipto. Sono tutte essenze che sono gradevoli per l’uomo ma che hanno un alto potere repellente per gli insetti.

Infatti, anche le foglie di menta essiccate e sbriciolate nei punti di ingresso in casa possono rivelarsi un utile rimedio naturale per tenere gli insetti alla larga.

E ancora, anche il caffè è ottimo per combattere, ad esempio, le formiche. Potete scegliere se utilizzare i chicchi o i fondi, perfetti soprattutto se le formiche hanno invaso il vostro giardino. Vi basterà distribuire i chicchi o la polvere dei fondi di caffè tra le piante o negli angoli della cucina e il loro fastidio sarà la vostra salvezza!

Pacchi, barattoli e scatole in fila indiana e a portata di mano

Li hai sempre appoggiati a caso sui ripiani? Probabilmente fai fatica a trovare al volo il pacchetto che ti serve o ad accorgerti che la scorta è finita. Con un pizzico di ordine in più, avrai tutto sott’ occhio e utilizzerai meglio lo spazio. Disponi in fila indiana pacchi di pasta, riso, biscotti, legumi secchi: davanti i più vecchi. Usa lo stesso criterio per le scatole di latta, impilate una sull’altra. Le confezioni in uso di caffè, tè, biscotti, zucchero vanno sui piani più raggiungibili; le scorte sui più alti. Appoggia le bottiglie aperte di olio, aceto, soya ecc. su vassoietti di alluminio con carta da cucina sul fondo.

Posiziona la dispensa lontana da ogni calore.

Qualsiasi scorta alimentare va conservata lontano dalle fonti di calore. L’olio deve anche stare al buio. Tra i mobili di cucina per la dispensa scegli ad esempio un armadio a colonna o un mobiletto che non confini con fornelli, forno, frigorifero, lavastoviglie o calorifero. Nelle cucine disposte a “elle” è adatto un mobile angolare salva-spazio, dotato di cesti estraibili o rotanti. Preferisci sempre i mobili a ripiani regolabili in altezza così da poter utilizzare al massimo lo spazio.

Attenzione alle date di scadenza. Circa la data di scadenza è in corso un accanito dibattito sull’uso che i produttori di alimenti fanno della dicitura riportata in etichetta “da consumarsi preferibilmente entro il….”. Dicitura che in realtà indica ben poco al consumatore, circa il possibile uso degli alimenti in questione e che viene spesso usata dai produttori in maniera speculativa per fare in modo che le scorte in casa vengano gettate più frequentemente e quindi riacquistate spesso.

Comunque sia, anche per il cibo conservato vale il principio: più fresco è, migliore è il sapore. Se si fa scorta di latte a lunga conservazione occorre attenersi alla data di scadenza (anche se il latte sterilizzato all’origine resta intatto 2-3 giorni in più). Riso e pasta, che hanno ridotto contenuto d’acqua, conservati bene hanno lunghissima durata, ma è bene non consumarli dopo due anni (ne risente il sapore, ma non fanno male). I biscotti secchi ancora chiusi nella confezione, durano fino a due anni; quelli farciti sei-sette mesi. Lo scatolame dura più anni, ma è da buttare se presenta dei rigonfiamenti.

Insomma un po’ di consigli che speriamo vi siano utili per tenere all’ordine e ben conservati i vostri cibi.

Perché ricordatevi: noi siamo ciò che mangiamo…..