La scelta dei colori è il problema che più disorienta tutti gli arredatori neofiti, figuriamoci i clienti e in generale chiunque si appresta a metter su casa. È innanzitutto una questione di gusto. Capita spesso che qualcuno sia “allergico” a questo o quell’altro colore e in tal caso è chiaro che conviene eliminarlo subito dalla tavolozza delle possibili scelte. D’altra parte, senza prendere alla lettera gli studi fatti sull’influenza psicologica dei colori, occorre almeno un po’ tenere conto anche di questi aspetti così apparentemente “teorici” per orientarsi al meglio. Non bisogna poi dimenticare che ciascuno vede e sente un medesimo colore in modo diverso e la minima sfumatura, il minimo contrasto, può cambiare completamente tutto l’insieme. La gamma di base per ogni stanza dell’appartamento va quindi stabilita progressivamente e con campioni alla mano. Proprio come vedremo…

Meccanica e dinamica dei colori

Alla base di tutto questo ragionamento ci sono i tre colori primari: il rosso, il giallo, il blu; in seguito, le combinazioni e le sfumature possono essere declinate all’infinito. Mescolando questi tre colori si ottengono, infatti, tutte le tonalità possibili e immaginabili. Esattamente come avviene nelle nostre moderne stampanti. Per schiarire si aggiunge il bianco, per scurire un po’ di nero, di blu o di colore bruno scuro. Facile no?? Disponiamo anche di tutte le sfumature di “terre”, ocre rosse e ocre gialle che ci consentono di recuperare i colori direttamente in natura. I grigi e i beige, sono di certo i colori più “comodi” e si ottengono aggiungendo al bianco piccole quantità di nero, di bruno, di blu, di giallo, di rosso o di verde che danno loro le varie sfumature. Partendo dal grigio assoluto (nero + bianco) si possono ottenere dei grigi-gialli, dei grigi-verdi, ecc. Lo stesso vale per la gamma dei beige che possono così diventare più caldi o più freddi a seconda del colore aggiunto. Di alcuni colori si dice che sono tristi o allegri, pesanti o leggeri. Tutto ciò è molto soggettivo e dipende dalle proporzioni e dalla materia impiegata. Per esempio, un colore bruno opaco assorbe la luce e scurisce, mentre lo stesso colore bruno laccato lucido darà, con i suoi riflessi, un risultato del tutto diverso.

Volendone esaminare qualche aspetto psicologico si può dire che, in linea di massima:

  • I gialli decisi sono energici, allegri, luminosi.
  • I blu scuri sono calmanti, danno un senso di pace, incitano all’introspezione, gli azzurri sono riposanti come il cielo.
  • I verdi-gialli sono vivaci, mettono allegria e agitazione, i verdi-blu sono più tranquilli, ma sulle grandi superfici, inducono alla malinconia.
  • I rossi sono caldi, ardenti, passionali, focosi, quando sono chiari; drammatici, quando sono scuri.
  • In piccole quantità il rosso è stimolante, è irritante in grandi superfici, pomposo e teatrale se aggiunto con gli ori.
  • Gli arancioni possiedono il potere irradiante del giallo e la serietà del rosso. Riscaldano, stimolano, rischiarano.
  • Il Viola-porpora è un rosso attenuato; il Viola può essere interessante se inserito a piccole pennellate; il color malva è triste, mentre il lilla, come il rosa, hanno assunto nella nostra società una connotazione prevalentemente femminile e per questo sono utilizzati solo in alcuni precisi ambiti.
  • Le “terre” o le ocre, come il color canapa, lo juta, il color fango, il tabacco, il visone, eccetera, sono toni molto sobri e rassicuranti. Difficilmente impediscono abbinamenti, se non con colori troppo evidenti e accesi ed è proprio per questo che sono tornati adesso così prepotentemente di moda.
  • Il bianco, è sinonimo di assenza di colore; esalta tutti i colori che gli sono contrapposti. Dà un’impressione di calma, di silenzio, di pulizia. Può equilibrare un’armonia.
  • Il nero è il buio assoluto. Favorisce i contrasti ed esalta i colori, dà sonorità agli oggetti.
  • Il grigio è neutro, manca di vitalità, ma può servire da ottimo fondo. Dipende dalla sfumatura che assume (tendente al blu, al rosso, al giallo) e da ciò che gli sta accanto.

Colori caldi per le stanze esposte a nord. E viceversa ??

La luce gioca con i colori in mille maniere: riflettendola (il bianco riflette al 100% mentre il nero l’assorbe), attenuandola (una luce gialla riscalda e ingiallisce i toni, fa apparire un verde più giallo, un rosso più arancione, rende più intenso il giallo, ecc., mentre una luce fredda raffredda i colori). Ma, a loro volta, i colori colorano la luce che a sua volta influenza i colori vicini. D’altra parte, la luce “aggancia” le asperità di un materiale e tanto più vi gioca quando il materiale è riflettente. Queste asperità creano delle ombre che variano a seconda che l’illuminazione sia più o meno rasente. (I velluti, per esempio, o i rivestimenti granulosi come i muri al quarzo, giocano così con la luce).

Le superfici lisce, opache o brillanti, le pieghe delle tende, le modanature, le forme morbide o spigolose, tutto ciò fraziona e fa giocare i colori in maniera molto differente. L’esposizione di una stanza, la sua funzione diurna o notturna, hanno la loro importanza nella scelta dei colori. Un medesimo colore può creare un’atmosfera del tutto diversa se impiegato in un soggiorno inondato di sole o in una camera esposta a nord abitata soprattutto la sera (e quindi alla luce artificiale). In linea di massima si sceglieranno colori caldi e luminosi per le stanze esposte a nord, i toni pastello e tenui per quelle esposte a est, i colori freschi e leggeri per un’esposizione a ovest o a sud. Per finire sempre a causa dei giuochi di luce e ombra, i toni scuri e opachi fanno scomparire le forme complicate mentre i toni chiari le mettono in risalto.

Il nero cancella i difetti. Effetti ottici, così potremmo definirli. In linea di massima i toni molto chiari sembrano allontanare una superficie, mentre un tono scuro la farà sembrare più vicina. In alcuni casi, comunque, il nero opaco, assorbendo ogni rifrazione, potrà “annullare” una superficie non perfetta o delle forme arzigogolate. Al contrario, una superficie scura e brillante, riflettendo una prospettiva, farà sembrare una stanza più grande o più alta: i soffitti laccati creano effetti molto interessanti prolungando le verticali e riflettendo le superfici trasparenti.

Rosso-verde, giallo-viola, nero e bianco

I contrasti più violenti si ottengono con una diretta contrapposizione dei colori complementari, rosso-verde, giallo-viola e anche nero e bianco. Sono effetti da usare con prudenza. Molto duri su superfici vaste, questi contrasti stancano se usati a piccole pennellate ravvicinate perché allora sembrano vibrare, cioè “ballano”, come si dice in gergo. Indubbiamente, più i toni sono vivaci, più i contrasti sono violenti, tanto più si possono ottenere piacevoli effetti attenuandoli e scurendoli: un rosso acceso e un verde prato, per esempio, faranno a pugni, mentre un rosso bordeaux e un verde oliva formeranno un accostamento piacevole. Del resto, tutti i colori giocano solo in funzione dei colori che gli vengono accostati: un certo tipo di rosso sembrerà brutto accanto a un bianco deciso, mentre acquisterà intensità accanto a un nero. La scelta dei colori va quindi fatta in rapporto a un contesto generale.

Tutto è colore.

Quando si affronta il problema dei colori, si ha la tendenza a limitarsi alla scelta della moquette, dei tessuti e della tinteggiatura. Ma anche i materiali di base che resteranno sul posto (pietra, parquet, legno delle rifiniture, mattoni, rivestimenti, ecc.) contano come colori. Succede cosi che un dato beige sembrerà brutto a fianco di una pietra naturale, una data ocra parrà aggressiva a fianco di un parquet patinato, un dato rosso fuori posto accanto a del mattone. In questi casi conviene scegliere una tonalità in netto contrasto, oppure il bianco, che, come abbiamo detto, va con tutto. Bisogna anche tener. conto degli oggetti che predominano in una data stanza e il cui compito è quello di arredarla: tappeti antichi o moderni, collezioni di oggetti, quadri, ecc.

Mode, preferenze e colori. È innegabile che nel campo dei colori ogni epoca ha le sue mode “di punta” e alcune preferenze che godono i favori della maggioranza. Negli anni 1925/30 ad esempio si assistette all’invasione di orde di beige rosato, di color tortora e malva iridescente, come anche di tessuti lamati, velluti arabescati e angoli smussati. Le tonalità color guscio d’uovo e altre tonalità di bianco avorio che trasformarono in seguito le nostre case in tante latterie, furono forse dettate da una ricerca di semplicità, di chiarezza; di pulizia, per reazione contro i foschi effetti delle nostre nonne o le sofisticazioni dei nostri genitori? Oggi i desideri sono cambiati. Sono cambiate epoca e architettura. Milioni di famiglie abitano ora in bellissime gabbie di pareti bianche e vetro, più o meno aggredite da ondate di luce; una “benedetta” luce che gioca con eccessiva durezza con i bianchi, ma che può anche essere dosata grazie all’impiego di colori tenui o scuri. Crollano all’improvviso i pregiudizi: i colori scuri non sono più tristi, le lacche lucide non sono più riservate alla cucina e alle stanze da bagno. Il blu scuro, il seppia, il nero, colori inconcepibili negli appartamenti scarsamente illuminati, in piena luce creano raffinatissimi cucina anta rovere grigio con vetri colorati fucsia effetti: ammorbidiscono, smorzano, danno un senso di sicurezza. I soffitti, un tempo consacrati al bianco, subiscono lo stesso trattamento riservato alle pareti, vengono cioè tinteggiati, laccati o addirittura tappezzati: il loro contributo è decisivo per modificare un’illuminazione troppo violenta. Allo stesso modo, le moquette scure (e persino nere), il parquet colore grigio, il cuoio o i tessuti neri o marroni per le grosse poltrone non fanno più paura … bhe’, quasi più! Perché molti preferiscono ancora rifugiarsi nel neutro e nel tradiziona1e. Così i colori più “commerciali” per le tappezzerie sono tornati a essere il vecchio color “Canapa”, il beige, il fango, insomma il marrone, né troppo scuro né troppo chiaro; seguono il grigio, il blu aviazione, il rosso porpora, il verde salvia. I più audaci inseriranno i mobili del passato in un contesto contemporaneo: “bergères” ricoperte di nero, ma con struttura bianca lucida; cassettoni bombati su fondo laccato, per esempio, abbinati con serissime tappezzerie tipo Juta. Del resto, rivolgersi agli stilisti o ai “designers” perché studino nuovi tessuti d’arredamento o nuovi modelli di tappeti o di rifiniture è una moda recente che ha non più di 30/40 anni. Un tempo un modello di tessuto resisteva a lungo e, all’infuori di alcuni tipi classicissimi, a strisce o in tinta unita, c’era poco da scegliere. Oggi praticamente ogni stagione vede nascere nuovi modelli e nuovi colori influenzati dalla sartoria o da una tendenza artistica (l’alta moda, L’arte moderna, la tendenza Pop, gli anni ’60 e ’70, il Liberty, i grandi designer del ‘900, esercitano una grande influenza sull’arredamento della casa), e portati ogni anno prepotentemente in auge durante il Salone del Mobile di Milano. Al tempo stesso un certo spirito demistificatore spinge alcuni creatori a interpretare con umorismo i motivi del tempo passato (tappeti persiani stilizzati, ricomposti; damaschi semplicemente stampati su cotonina, ecc.). Altro fenomeno attuale è la ricerca della natura e delle cose semplici che ha fatto tornare di moda i tessuti grezzi (grossi lini, tele, tessuti spigati, teloni, blue-jeans, rasatelli, paglia, Sisal, ecc.) e le piante a profusione. Sono questi elementi dominanti di colore di cui bisogna tenere conto qualora la vostra scelta cadesse su di loro.

Sono caduti anche i pregiudizi sul bianco. Ritenuto ieri un colore sporchevole e relegato in cucina o nella stanza da bagno, è diventato oggi una panacea. Chi lo predilige ne fa uso (e talvolta ne abusa): pavimenti, pareti, mobili, soffitti, oggetti, tende, tutto è immacolato ed è tutto lavabile. A seconda dei gusti e dello stato d’animo, si possono cambiare i colori che lo accompagnano perché il bianco va veramente con lutto. Per ultimo, anche i “classici raffinati” hanno le loro mode: l’ultima in ordine di tempo è quella del beige-marrone, dal bianco al nero, passando per tutte le tonalità possibili (con l’esclusione del marrone cioccolato, tipico del rovere moro e del Wengè dei primi anni 2000). È indubbiamente elegante e non presenta rischi: non stanca mai e non scandalizza nessuno. Per di più non impedisce affatto la ricercatezza di colori per i particolari (cuscini e tappeti, per esempio), che assumono allora il valore di gioielli.

Trucchi e segreti.

Tenuto conto di tutte queste considerazioni più o meno acute, è giunto il momento di mettersi all’opera. L’armonia di una stanza, lo abbiamo
detto, è possibile solo con un esame globale di tutti i materiali. Bisogna quindi accertarsi che tali materiali esistano: è difficile, per esempio, trovare un rivestimento in plastica per il pavimento che sia veramente bianco, senza marezzature, ma si può ricorrere alla pavimentazione a lastre o alle vernici speciali per pavimenti. Si può cominciare stabilendo, per ciascuna stanza, una gamma ideale con pezzi di tessuto o di carta a tempera e discuterne in famiglia. Non dimenticate che i colori diventano più intensi a seconda della superficie ricoperta: su una superficie grande i toni scuri sembreranno più cupi, quelli chiari più luminosi. Nella gamma scelta in partenza bisogna quindi tener conto di queste proporzioni: grossi campioni per le superfici grandi, frammenti piccolini per i colori di completamento. Si parte allora per fare il giro dei negozi per la realizzazione vera e propria. Chiedete se possibile dei campioni, provate a disporre in vari modi i tessuti, provateli nell’ambiente luminoso al quale sono destinati (un materiale per il pavimento lo si sceglie disponendolo per terra, mentre la posizione verticale è indispensabile per i materiali delle pareti e delle tende).

Qualche consiglio pratico:

  • Limitate il numero dei colori scelti per una stanza (o anche per tutto l’appartamento: se è piccolo, una tinta unica per il pavimento lo farà sembrare più grande). Meno si frammenta, più si ingrandisce (In apparenza almeno, se non per superficie vera e propria). Scegliete prima di tutto il tono dominante per le grandi superfici: pavimenti, tende, pareti, soffitti (chiaro, caldo, neutro, scuro, intenso o spento). Decidete poi il tono medio che rappresenterà le superfici medie (tappeti, legno dei mobili, poltrone e divani rivestiti). Terminate con due o tre toni complementari per gli oggetti piccoli (quadri, lampade, cuscini, mobiletti).
  • Ricetta classica: toni neutri per le superfici dominanti, colori medi per le superfici medie e, per completare, pennellate di colori vivaci. Questo il vero sistema per non sbagliare mai.
  • Se, per la tonalità dominante, partite da una carta da parati o da un tessuto stampato a più colori, è tra questi che si dovranno scegliere i toni medi e complementari. Prendiamo, per esempio, una carta da parati a fiori verde-giallo, verde smeraldo e giallo su fondo bianco. Si potranno dipingere i rivestimenti di legno in bianco, scegliere i due verdi come toni medi e completare con pennellate di giallo e di bianco brillante, mentre il pavimento può essere verde scuro (in una delle due tonalità di verde) oppure bianco o anche giallo se si tratta, per esempio, della stanza dei ragazzi. Altro esempio: si parte da un “cretonne” stampato in diversi toni di beige su fondo marrone. Le pareti potranno richiamare uno dei toni di beige, il pavimento il medesimo marrone del fondo, mentre per le sedie rivestite . si può giocare con i beige e i marroni, ma con materiali molto diversi. Per ravvivare il tutto, si potrà giocare con vivaci pennellate di turchese, di giallo-cromo o di arancione. Come complementare si potrà sempre aggiungere il metallo brillante, che gioca con i riflessi, come pure il bianco (per i divani, ad esempio, oppure per i mobiletti).
  • Procedendo alla stessa maniera si può prendere come punto di partenza un bel tappeto (o la sua riproduzione trovata in un libro), un quadro (è sufficiente una semplice cartolina), una bella foto della natura, un mazzo di fiori, O qualsiasi altra immagine, a patto che sia di nostro gusto. È un ottimo trucco per gli indecisi.
  • Proviamo a fare un esempio praticissimo: l’arredamento di una cucina. Come accostare i colori senza sbagliare? Si inizia col definire quali e quanti sono i materiali che dovremo scegliere in abbinamento. Prima di tutto il pavimento, poi il colore predominante delle ante, il colore posto a contrasto ad esso o in rifinitura (come nel caso dei pensili bianchi e le basi color legno), il tono più giusto per il piano di lavoro, dopodiché si procede con la scelta del materiale di rivestimento (come la ceramica o il gress) e per ultimo il colore delle pareti che, come detto, ultimamente non è detto che sia come sempre bianco. A questo punto si comincia a definire in questo preciso ordine di priorità a definire i colori, partendo proprio dal pavimento che, presumibilmente sarà uno dei colori predominanti l’intera abitazione. Questo ci consentirà di definire qual è il miglior tono da inserire per la mobilia della cucina, a questa sarà dunque possibile abbinarci un piano di lavoro e così via….

Trovate un denominatore comune: Questo è il grande segreto, ma è anche spesso la cosa più difficile da dover fare.

  • In un grande soggiorno ogni zona può avere una sua armonia individuale, a patto che non facciano a pugni tra di loro e che siano unite da un denominatore comune (il pavimento, per esempio, oppure le pareti). In un soggiorno in cui domini il beige si potrebbe avere, per l’angolo-pranzo, il tavolo laccato in bianco, le sedie laccate in bianco con impagliatura naturale, gli accessori (tovaglia, stoviglie, oggetti, litografie) in arancione, giallo intenso e bianco. L’angolo del relax del medesimo soggiorno lo si realizzerà in tonalità di marrone e beige sostenuto con accessori per esempio in blu Cina e verde-giallo. Le tende (uguali per le due zone) saranno beige o anche grezze, bianco avorio o stampate in toni identici agli accessori.
  • Un’idea raffinata: se possedete un quadro mollo importante, appendetelo sopra un divano sul quale metterete dei cuscini che richiamino le tonalità del quadro. Per un angolo-conversazione molto luminoso: due divani disposti ad angolo sono ricoperti di velluto a coste marrone, le due ali di parete ricoperte di cotonina nera. Sopra uno dei due divani, un quadro in cui dominano i blu, sul divano dei cuscini di Salin, di velluto e di stoffa di lana che richiamano le medesime tonalità. Sopra l’altro, un quadro in cui dominano il porpora e il viola e sul divano stesso dei cuscini delle medesime tonalità. Pavimento in monocottura canapa, come il resto del soggiorno, molto sobrio (mobili e tappeti bianchi, tendaggi bianchi, piante verdi).
  • Gli amanti dell’esotico possono creare con poca spesa un ambiente ricco e al tempo stesso senza pretese accostando tele indiane, “cachemire” e altri piccoli motivi sia per le tende sia per i coprìletti, i cuscini e le tappezzerie. Si legherà il tutto con molto bianco o con due o tre tonalità scelte tra i colori dominanti dei tessuti.
  • Se in una stanza domina il legno, è dal legno che si deve partire per armonizzare i colori; niente tessuti rossi con il mogano, evitare il giallo con il rovere naturale e in generale con i legni gialli, non accostare i mattoni con i legni che possiedono lo stesso tono. Conviene giocare con i contrasti e i toni complementari. Per esempio, in una stanza rivestita in abete: pavimento blu scuro, tende verde crudo, accessori bianchi. Una stanza dove domina il teck si accorderà bene con ‘molto bianco caldo, col rosso veneziano, qualche pennellata di nero e molta allegria negli accessori (tutti i colori chiari e caldi: giallo e verde-giallo, giallo-cromo e arancione, vermiglio). Un’abitazione completamente pavimentato con il rovere si intonerà perfettamente ai colori della terra, come il canapa, il lino, lo juta, il marrone, il visone, il creta.

Da evitare in tutti i casi: gli accostamenti di colori troppo simili (beige rosati e beige gialli, per esempio), gli accostamenti infelici (legno vero e falso, mattone vero e falso), le superfici di uguale intensità (grigio spento e verde spento, per esempio). Da evitare anche gli accostamenti uguali di materiali diversi: scegliere, per esempio, una tinteggiatura dello stesso identico colore del pavimento o di un tessuto del divano. Al momento l’effetto potrebbe essere anche piacevole, ma ben presto le tonalità si alterano ciascuna a modo proprio e ci si ritroverebbe di fronte a una sgradevole dissonanza. Bisogna infine sapere che alla luce i blu sbiadiscono, che i rossi e i verdi si attenuano, che il marrone si schiarisce, che invecchiando i beige diventano più scuri. .. e che, una volta asciutte, tutte le tinteggiature diventano più chiare.

Insomma una grande quantità di informazioni di cui fare tesoro per fare della vostra casa il vostro prossimo “capolavoro di colore”.