Oltre a essere di gran moda e, sicuramente, di grande impatto arradativo, la carta da parati offre diversi vantaggi, come ad esempio quello di esistere in tantissime versioni di soggetti, realizzate con materiali differenti e applicabili davvero in molte situazioni diverse. Questa grande versatilità consente di decorare tutti gli ambienti della casa, trovando soluzioni originali, ma soprattutto adatte alle più disparate esigenze. Carta, tessuto, vinile, fibre naturali, fibra di vetro, pvc, sono solo alcuni dei materiali impiegati per produrle, ma l’elemento che ha decretato di nuovo il recente successo di questo rivestimento è la possibilità di personalizzare al massimo non solo le misure, ma anche gli stessi disegni dei parati stessi.

Un tempo infatti si trovavano solo rulli con una larghezza standard intorno ai 50 cm (in genere 53, tuttora la misura più commercializzata a causa della misura dei rulli originali da cui viene tagliata) che venivano stampati con un sistema che consentiva di accoppiarli uno dietro l’altro a formare dei disegni ripetitivi; la produzione attuale permette invece di realizzare anche pannelli interi, quasi dei veri e propri murales, in grado di rivestire intere pareti con degli unici disegni, esattamente come se tali decorazioni fossero realizzate “in opera”, cioè sul posto.

Ed infatti la carta da parati è un rivestimento che, caduto un po’ in disuso verso la fine gli anni ottanta, sta riconquistando già da qualche tempo il posto che occupava in passato nelle nostre case. Questo «ritorno» alla carta da parati, e in particolare a quella con motivi a stampa “personalizzata a soggetto unico”, può essere spiegato da certe nuove esigenze del pubblico:

  • spezzare il rigore, talvolta monotono, delle abitazioni moderne;
  • rendere più bello, accogliente e intimo, lo scarso spazio assegnato a ciascuno;
  • lottare contro la standardizzazione operando una scelta personale in fatto di arredamento.

A tutte queste necessità viene ad aggiungersi un altro motivo, questa volta di ordine economico: decorare egregiamente una parete con carta da parati di buona qualità, è infatti indubbiamente il modo migliore per risolvere un certo tipo di problema con la minore spesa; essa costa, infatti, sicuramente molto meno di quanto costerebbe il lavoro di un pittore o di un decoratore incaricato di compiere lo stesso tipo di ornamento.

Del resto è sempre molto attuale il trend che vede la carta da parati protagonista su una sola parete o, addirittura, ridotta a una semplice striscia. L’effetto ornamentale è assoluto, senza apparire mai eccessivo. E il risultato può anche essere molteplice. Se per esempio fa da sfondo al letto, la carta sostituisce il cosiddetto “capoletto”, rendendo originale e veramente eccellente ogni tipo di stanza. Se la si pone invece sulla parete su cui monteremo il nostro bel mobile da soggiorno, la carta gli farà da “scenografia”, valorizzando e evidenziando il mobile stesso, molto più di una scevra parete bianca.

In realtà, se le carte da parati sono ritornate così prepotentemente di moda, questo è fontamentalmente avvenuto grazie ai recenti progressi tecnologici che permettono di farsi realizzare in pratica “su misura” i teli ed i decori che ci servono, specificatamente per la parete su cui ci interessa applicarle. Per questo motivo sono spesso più economiche di alcune particolari tinteggiature e conferiscono senza dubbio più personalità a una stanza. Colori accesi e motivi fantasia lasciano dunque spazio ad abbinamenti creativi anche molto azzerdati. In questo caso il filo conduttore può essere sia un soggetto, sia uno sfondo, piuttosto che un segno grafico ripetuto in maniera originale, quello che conta è indovinare un tema che sia veramente significativo per l’ambiente che si intende adornare.

La cosa davvero interessante è che con i moderni programmi grafici è possibile fare una foto della stanza dove intendiamo posizionare la carta, e farla elaborare in modo da vedere preventivamente come la carta che abbiamo scelto si intona all’ambiente. Una vera e propria rivoluzione concettuale nel campo dell’arredamento!

E’ bene comunque ricordare che la carta da parati si trova tuttavia ancora in commercio sotto forma dei normali rotoli “a metraggio” o di pannelli decorativi interi già pronti, perché questo ciò consente davvero di ottenere un notevole risparmio rispetto soprattutto a quanto di solito si spende acquistando una carta prodotta apposta per la nostra parete.

I vari tipi di supporto per carta da parati:

Alcune premesse. Sono da evitare le carte economiche e troppo leggere, che si possono facilmente deformare o strappare, sia in fase di istallazione che dopo. La migliore è una carta di medio peso, con superficie trattata al vinile, sia liscia, sia a trama in rilievo o con piccoli disegni. Bisogna sempre ricordare che è molto più difficile fare combaciare i disegni di grande formato e sotto questo aspetto la carta “vinilica” è veramente imbattibile: essa, una volta bagnata con la colla, assume infatti un’elasticità effettivamente eccezionale e per questo motivo consente una lavorabilità in fase di istallazione che nessun altro tipo di Carta da Parati possiede.

In questo articolo tratteremo solo il metodo di incollaggio tradizionale perché è di gran lunga il più utilizzato; tenete conto tuttavia che ne esistono anche altri tipi. Come le carte da parati pre-incollate che sono in genere abbastanza costose, ma non per questo più comode e rapide: è infatti necessario immergere in acqua per alcuni minuti i singoli teli, dopo averli tagliati in misura, per poi procedere all’applicazione e questo crea non pochi problemi a livello pratico.

La carta di fondo. Cominciamo da quella che non sarebbe una vera e propria carta da parati quanto una sorta di “preparazione” da fare prima del montaggio della stessa.

L’applicazione di questo tipo di carta è indispensabile sopratutto nei seguenti casi:

  • quando si tratta dì carte da parati sbalzate a rilievo permanente o sottoposte a stampaggio plastico a rilievo permanente di elevato spessore;
  • quando la parete da tappezzare è ricoperta con gesso perfettamente liscio, piuttosto refrattario ad assorbire la colla; -su fondi di gesso assai vecchi percorsi qua e là da sottili screpolature;
  • per rivestire pareti già dipinte con vernice lucida. L’uso della carta di fondo presenta il grande vantaggio di assorbire uniformemente la colla spalmata dietro la carta da parati: questa proprietà ha grande importanza, poiché ben di rado le pareti da tappezzare offrono sull’ intera superficie una porosità costante.

L’operatore infatti tende il più delle volte ad applicare troppa colla sulla carta da parati inumidendola oltre misura e questo, oltre ad aumentare il grado di umidità, provoca maggior dilatazione del foglio e 1’equivalente contrazione durante l’asciugatura. L’unica soluzione per equilibrare tali opposte forze è data da un’opportuna adesione della carta alla parete cui è stata applicata, la quale dovrà anche avere un potere di assorbimento sufficiente a trattenere la colla. Altro punto importante è 1’eliminazione dell’acqua contenuta nella pasta adesiva. Se la carta da parati viene applicata su una parete troppo poco assorbente, l’acqua tenderà a portarsi sul lato stampato dando facilmente luogo alla comparsa di macchie. Se invece la si incolla su carta di fondo capace di assorbire una certa quantità di acqua, il liquido si asciuga per evaporazione senza rischio di macchie. La carta di fondo, di costituzione identica a quella del supporto della carta ornamentale, presenta il grande vantaggio di eliminare tutti i difetti della superficie da coprire e permette una posa perfetta.

L’impiego di carta di fondo, anche detta “fodera”, aumenta il costo di questo genere di rivestimento: ecco perché tale precauzione da qualche anno a questa parte si tralascia molto più spesso di quanto non avvenisse in passato. È un peccato, poiché se è vero che in certi casi l’impiego della carta di fondo non è necessario, in altri si rivela indispensabile per giungere ad un risultato perfetto. Lo provano le lamentele di tanti acquirenti che, avendo deciso di fare a meno della carta di sostegno nell’ intento di risparmiare, si sono poi visti costretti, di fronte alla mediocrità dei risultati raggiunti, ad affrontare nuove spese.

In alternativa alla posa della carta di Fondo esiste comunque la possibilità di procedere alla cosiddetta “lisciatura” della parete, che consiste nell’applicazione a spatola di una buona mano di stucco “rasante”, con lo scopo di uniformare e lisciare le pareti in oggetto, e dunque permettere una più facile e precisa applicazione della carta stessa.

La carta Vinilica.

Quello vinilico è il tipo di carta che permette di ottenere le qualità più belle di stampa, le quali vengono interamente disegnate a mano attraverso specifici programmi grafici computerizzati e realizzate il più delle volte su figurazioni di quadri antichi e di qualche altro soggetto moderno. Una volta disegnate “a schermo” tramite computer, queste carte vengono stampate con le macchine da grande formato, sul tipo di supporto prescelto. Con questo processo si producono sia le figurazioni a motivi ripetuti, sia quelle panoramiche, ma è evidente che il procedimento è particolarmente indicato per chi desidera un unico disegno sviluppato su di un’unica intera parete: le cosiddette carte a soggetto unico intero.

Le carte da parati presentano in generale diversi gradi di lavabilità e resistenza: alcune sopportano bene l’acqua e sapone, altre addirittura il detersivo. Una volta gli ingredienti impiegati nella fabbricazione delle carte lavabili, erano generalmente le vernici a base di olio di lino. Oggi si propende per l’utilizzo delle resine viniliche derivate dal latex e da altre sostanze come i siliconi. Ciò permette di trovare in commercio tappezzerie in tinta mista perfettamente lavabili con garanzia all’atto dell’acquisto. Occorre però sempre farsi specificare bene all’ atto dell’ acquisto il grado di resistenza all’acqua, elemento importante in vista delle successive ripuliture. Le carte viniliche sono dette quasi tutte “lavabili” (con acqua, con acqua e detersivo, o con la spugna umida), ma bisogna chiedere conto di queste definizioni a chi le vende, per far bene la loro successiva manutenzione, poiché alcuni tipi sopportano solo la spugna umida, mentre altre possono essere pulite con l’acqua in senso vero e proprio. Questa tipologia di carta è comodissima perché per asportare le macchie di colla prodottesi nel corso dell’applicazione basta passarvi sopra una spugna intrisa d’acqua fresca (eccellente proprietà quando la messa in opera è compiuta da un dilettante).

La carta classica “normale”.

Le carte da parati classiche, sono quelle stampate direttamente sul supporto in carta. La loro qualità varia a seconda della qualità del materiale, dalla delicatezza della stampa, dal numero dei colori. Motivi antichi o moderni, grandi soggetti, piccoli disegni ripetuti, in pratica si trova di tutto stampato su normale carta. Il problema è che questo tipo di supporto è ovviamente abbastanza delicato e difficile da istallare, in quanto a differenza di ciò che avviene nelle carte viniliche , quando, una volta bagnato di colla e applicato, lo si tira per far combaciare i disegni, è molto facile strappare il parato intriso di colla e quindi molto fragile.

In questo tipo di carta la stampa viene eseguita infatti direttamente sul supporto (di sola carta), ricoperta o meno da uno strato di fondo che però è sempre in carta e quindi non è impermeabile. In questa categoria rientrano alcuni tipi di carte tradizionali con disegni stilizzati e le carte a motivi antichi e in stile con colori multipli. Il loro formato più comune è quello in rotoli larghi 50/53 cm.

Le varie qualità e i relativi prezzi di questi parati dipendono dal tipo della carta di supporto, dalla finezza del disegno, dalla ricchezza delle tinte.

Esiste inoltre un prodotto che applicato dopo la messa in opera rende lavabile qualsiasi tipo di carta da parati, ma ha il problema di dover essere applicato a posteriori dopo l’istallazione della carta sulla parete e questo può creare delle difficoltà in fase di eventuale rimozione. Di impiego assolutamente semplice, è in realtà un prodotto alla portata di qualsiasi dilettante. Lo si applica, diluendolo nella proporzione di 70-100 parti di acqua ogni 100 parti di prodotto, e spalmandolo in strati sottili sulla parete rivestita mediante un rullo di gomma spugnosa o un morbido pennello, oppure a spruzzo. Per la diluizione non devono essere impiegati recipienti di metallo. Sono consigliabili quindi recipienti di plastica, vetro, ferro smaltato. Questa tipologia di prodotti va applicato sulla tappezzeria quando questa è completamente asciutta. Passato di fresco presenta un aspetto lattiginoso che scompare con l’asciugatura trasformandosi in una pellicola trasparente ed opaca, perfettamente resistente ai lavaggi o alle passate di spugna. La tappezzeria trattata con questo prodotto acquisterà, ad essiccazione avvenuta, oltre alla resistenza al lavaggio, un’ottima repellenza ai grassi e alla polvere, con il risultato di una più lunga conservazione della pulizia del parato. È prudente dare una seconda mano e anche una terza nei punti più facili a sporcarsi per avere la certezza di una maggiore resistenza al lavaggio con detersivo. Resta comunque il fatto che data la varietà dei colori, delle carte e dei sistemi di stampa, una prova può essere utile soprattutto nel caso di tinte scure. Oltre che sulla carta da parati classica, cioè quella già non impermeabile, questo prodotto può essere impiegato dovunque occorra uno strato protettivo: porte e finestre in tinte opache vengono spesso lavate con detersivo, come le parti di un muro prossime ai radiatori di riscaldamento, ecc. Sarebbe bene anche spalmarlo lungo i giunti delle carte lavabili di una cucina o lavanderia, per prevenire eventuali scollamenti prodotti dal vapore d’acqua, ma in quel caso è sempre meglio utilizzare le ben più adatte carte in fibra di vetro.

La carta plastificata a rilievo permanente.

Questa denominazione si riferisce non tanto alla composizione della carta quanto al suo caratteristico rilievo prodotto da una macchina che, girando a piccola velocità, depone sul foglio di supporto delle masse plastiche arrotondate e in rilievo. Esistono in tutti i tipi di materiali, le carte in rilievo, ma anche in questo caso quelle viniliche sono le più comuni ed usate.

La carta vellutata.

È ricoperta da uno strato di fibre finemente tagliate o tritate. La lavorazione di questa carta, detta “fioccata”, è fatta a mano o a macchina: in entrambi i casi il «velluto» aderisce perfettamente alla carta attraverso degli speciali adesivi, ma la superficie esterna deve essere bagnata il meno possibile in fase di istallazione. Presenta una gamma estremamente ricca di disegni e tinte (il fioccato fatto a mano è ovviamente più costoso di quello fatto a macchina, ma quasi completamente in disuso). Si presenta in disegni classici che si accoppiano all’arredamento in stile “classico”. Tra le più importanti case produttrici di questo particolare tipo di carta da parati ricordiamo : la «Inaltera » di Parigi, la « Sanderson » di Londra e la Imperial di Filadelfia (quest’ultima, alle caratteristiche offerte dalle case precedenti aggiunge la lavabilità).

La carta a sbalzo o «goffrata»

Si ottiene con due diversi sistemi di lavorazione: sbalzo a secco e sbalzo inchiostrato da una parte, sbalzo a rilievo permanente dall’altra. Nel primo caso ha luogo uno stampaggio tra due cilindri, talvolta inchiostrati per fissare meglio lo sbalzo. Questo tipo di carta, non sempre molto resistente, asseconda bene con i suoi pieni e vuoti il gioco della luce. Lo sbalzo permanente impiega due carte, una di sopra che reca la stampa, l’altra normale che serve da supporto. I due fogli, incollati, passano tra cilindri incisi; lo sbalzo così ottenuto resiste bene alla compressione. Presenta disegni di stile e moderni e si adatta quindi a qualunque ambiente, ma è sicuramente più usato in abbinamento all’arredamento “in stile”. Può tornare utile sui muri irregolari o non troppo ben rifiniti, perché il suo disegno in rilievo nasconde con facilità tali imperfezioni. Dà l’impressione della stoffa e quindi un senso di ricchezza e morbidezza alla parete su cui è stata posata. Ne esistono in commercio moltissimi tipi anche lavabili. La differenza fra questo tipo di carta e quelle a sbalzo o rilievo permanente sta nel fatto che, mentre quella goffrata presenta dei rilievi molto piccoli e appena percettibili (talvolta solo al tatto), qualla a sbalzo presenta dei rilievi molto grandi ed evidenti che diventano dunque parte preponderante della decorazione stessa.

Le carte stampate su fibra di vetro.

Accanto al vinile, fra i supporti senz’altro più in voga in questo momento, quello in fibra è il più adatto a resistere all’umidità. Negli ultimi anni sono stati formulati materiali compositi ad altissime prestazioni che vengono usati come impermeabilizzanti da aziende come la Mapei o la Keracol. A qualcuno è venuto dunque in mente che sarebbe stato possibile stamapare questo tipo di supporto, per poi rifinirlo una volta applicato, con delle apposita vernice trasparente. Un esempio, i rivestimenti dalla duplice funzione, decorativa e protettiva, formati da un’armatura in tessuto bidirezionale in fibra di vetro che offre caratteristiche di stabilità, efficienza, leggerezza e flessibilità: adatti da stendere anche all’interno di box doccia e perfino a pavimento. Innovativo dunque questo sistema che, attraverso l’applicazione di più strati di prodotti specifici, origina un rivestimento che unisce all’aspetto ornamentale dei parati la funzione impermeabilizzante delle guaine liquide: resistente anche all’acqua, si può applicare su superfici verticali in intonaco cementizio, cartongesso, pvc, vetro e sulle piastrelle ceramiche. Possono servire egregiamente a adornare un intero bagno (compreso i luoghi più soggetti all’umidità) o lo schienale di una cucina componibile, là dove di solito si metterebbero delle piastrelle. Esse non solo sono lavabili, ma sono talmente resistenti da essere spesso preferite proprio per questo motivo ad ogni altro tipo di rivestimento.

Questo tipo di carta si posa di solito utilizzando della apposita colla mono o bicomponente, che va applicata sia sulla parete che sul parato stesso. Una volta posizionate tutte le striscie e perfettamente asciugata, la parete viene verniciata con un apposito liquido trasparente che forma una pellicola più o meno spessa a seconda delle mani che vi si applicano. Tale pellicola rende perfettamente impermebile sia il parato che la parete sottostante permettendo una resistenza davvero inusuale, paragonabile solo alle superfici rivestite in resina epossidica.

Le carte in pvc

Quando non esistevano le carte in fibra di vetro trattate, una delle maniere più usate per ottenere la perfetta impermeabilità delle carte da parati era stamparle sul “Pvc”. Questo tipo di plastica, essendo molto malleabile, viene prodotto in teli e applicato su di un supporto in carta o tessuto non tessuto. Una volta accoppiato, viene poi stampato sulla superficie plastificata che, come in molti altri tipi di parato, può essere sia goffrata che liscia. Queste tipologie di carta non solo sopportano qualsiasi lavaggio (si riesce a togliere la macchia di una penna a sfera senza affatto alterare i colori della carta), ma sono anche inalterabili alla luce solare, ma sono cadute un po’ in disuso con l’arrivo delle viniliche (che costano meno) e delle carte in fibra di vetro (che garantiscono una maggiore impermeabilità). Adesso se ne trovano solo alcuni tipi in rotoli che riprendono dei disegni piuttosto classici, o moderni, ma di gusto piuttosto vetusto.

Vari motivi della carta da parati

Nella scelta dello stile e del disegno di una carta da parati il gusto personale non è come abbiamo detto l’unico fattore determinante. Per questo motivo le informazioni che ci accingiamo a darvi potrebbero servirvi da guida.

Carte da parati “Moderne”. Anche dette Carte a soggetto unico intero, sono la vera novità in questo campo, diventando in breve tempo di gran lunga le più comun. Di certo sono quelle che adesso possiedono più varianti, praticamente un numero infinito, perché possono essere addirittura realizzate anche con soggetti “su ordinazione”. Non riproducono necessariamente motivi geometrici in contrasti violenti. Anzi le tendenze attuali si volgono ai temi disegnati leggeri, fusi, sovrapposti in trasparenza, ispirati alla natura (per esempio soggetti vegetali o marini) oppure ricavati da qualche immagine famosa, o da dal disegno di altre antiche carte da parati. Molti i fondi bianchi, i grigi ed i beige, tono su tono, e i disegni bianchi su fondo un po’ più scuro. Non molti invece i soggetti completamente scuri, forse perché le case tendono sempre ad essere più piccole. Esistono anche non pochi esempi di carte a soggetto unico con temi antichi trattati in forma moderna, ossia stilizzati, accentuando l’aspetto lineare del disegno e spaziando o semplificando al massimo il motivo dominante (esempio: i disegni dei murales di Bansky, posti sul damasco di una vecchia carta, con il cemento grezzo che fa da sfondo). Ve ne sono alcune che raggiungono uno sviluppo di oltre 20 ml per un totale di più di 40 strisce. La quantità di inchiostro di stampa necessaria alla loro composizione varia dai casi più frequenti da 740 grammi con impiego di 288 colori diversi, ai 2 kg con 288 colori diversi. Tanto materiale, tante operazioni e il lavoro manuale da esse richiesto per la loro progettazione computerizzata, spiegano la differenza di prezzo fra le carte normali da parati a rotoli e di quelle a soggetto unico intero, le cui qualità tecniche ed artistiche sono fuori discussione. Veri e propri affreschi, bastano da soli ad arredare una stanza. Nettissima l’impronta ottocentesca (soprattutto del primo Ottocento) del loro utilizzo dal punto di vista artistico, soprattutto in scene, paesaggi, personaggi e soggetti interpretati prevalentemente in stile moderno o in disegni astratti. Naturalmente ad un siffatto rivestimento dovranno accompagnarsi mobili attinenti, o per lo meno improntati al medesimo spirito, che tendano a valorizzare la parete ove viene posizionato il parato. In questi casi è da escludersi ogni ulteriore utilizzo di orpelli, come quadri e stampe. Un esempio: la carta a soggetto unico intero risolverà il problema dell’arredamento di una stanza ove rimane una parete sgombra che non può essere arredata da mobili per la carenza di spazio in profondità. Oppure della parete che è sempre difficile ad addobbarsi, né può essere abbellita con quadri, dove viene posizionato un imponente mobile da soggiorno. La prospettiva delle figurazioni panoramiche intere a soggetto unico accresce notevolmente le proporzioni della stanza.

Esse arrecano un più vivo calore all’atmosfera degli arredamenti di stile contemporaneo (quasi in tutti i casi, come abbiamo detto, basta rivestire una sola parete per ottenerne un affetto dirompente); da sole riescono a sostituire gli accessori che ne formerebbero l’indispensabile completamento. La carta con scene “intere a unico soggetto” è quella però che presenta la maggior difficoltà di istallazione, tanto per la complessità dei colori, quanto per l’alta precisione dei riporti indispensabili alla buona riuscita del disegno. Non a caso è dunque la tipologia forse attualmente più costosa, ma allo stesso tempo richiesta.

La carta da parati in tinta unita.

Sarà da preferirsi in molti casi alla pittura per due motivi: costa meno, quando la si confronta con certi tipi di decoro “speciale” come l’encausto o il grassello e, con la sua grana o rilievo o brillantezza o marezzatura, rende più calda e intima ogni stanza. Con la carta da parati in tinta unita però, graffiature e strappi non possono essere riparati o nascosti senza lasciare traccia, è quindi da adoperarsi con attenzione. In unione con disegni stampati, la carta in tinta unita introduce nella stanza una nota allegra e luminosa: -lo stampato dovrà rivestire le pareti più facili a sporcarsi; -la tinta unita, che dev’essere innanzi tutto bene intonata con il colore di fondo dello stampato oppure con una tinta dominante dell’arredamento- accoglierà, a preferenza delle altre pareti, le stampe e i quadri a cui conferisce maggior risalto.

I pannelli decorativi.

Sono in pratica delle carte da parati a soggetto unico già pronte, e che si trovano in commercio in dimensioni predefinite. Hanno preso un po’ il posto di quelle che erano le “gigantografie” che hanno iniziato ad essere in commercio già a partire dagli anni ‘70. Assai indicati, per via del loro scarso costo, specie negli appartamenti di superficie ridotta (costruzione vecchia o nuova), perché permettono davvero con poco di arredare in maniera grandiosa la parete di una stanza che non abbia proporzioni troppo esagerate. Le dimensioni disponibili variano infatti in genere dai 3 metri per due, fino ad un massimo di 5,00 metri per 3,00. Sono disponibili in molti siti specializzati su internet e in quasi tutti i grandi negozi di bricolage. I soggetti sono sempre a disegno unico (foto, disegni moderni, motivi ripetuti, ma in maniera eclettica ecc.ecc.) e per questo motivo non possono essere sovrapposti e accoppiati come si fa con le carte in rotoli. Per acquistarli nella maniera più giusta occorre misurare la parete che si intende adornare e cercare fra i soggetti disponibili quello che più si avvicina (ovviamente in difetto) alle nostre misure, facendo però attenzione che al momento del ritaglio non debbano essere per forza asportate parti importanti del disegno. Non c’è niente di peggio infatti di una carta geografica a cui manca una parte del mondo, o la gigantografia di un panorama montano a cui si è dovuto tagliare le cime più belle. Costituiti da materiali lavorati a stampa, che vanno dalla carta vinilica alla carta normale, presentano di solito un grafismo molto moderno, opera di artisti specializzati nella decorazione murale. Ad essi è riservato, sulle nostre pareti, il posto tenuto un tempo dagli arazzi.

Le carte a illusione ottica.

La loro attrattiva è indiscutibile, il successo sicuro: i disegni, ancor più evidenti per il sorprendente effetto di rilievo, creano nella stanza un ambiente gaio, pieno d’incanto e fantasia. Ma attenzione: se usate su superfici troppo ampie possono a volte peccare per eccesso di decoratività, rischiando di stancare in breve tempo. Impiegate invece con parsimonia acquisteranno maggior pregio. Nella maggior parte dei casi una parete, un’alcova, una nicchia, dei pannelli, dei rivestimenti a mezz’altezza o anche una semplice porta basteranno da soli a spezzare la monotonia di una stanza luminosa e uniforme con una nota originale e di buon gusto. Alcune di queste varietà di carta «ad illusione ottica» (persiane e imposte, porticine, archi antichi, biblioteche e rilegature, rivestimenti parietali, travature, cornicioni di stile e motivi a cassettoni) sono fabbricate secondo il procedimento classico di carta a rotoli, o sotto forma di pannelli decorativi, ma la maggior parte viene stampata in forma di carta a soggetto unico su misura, di qualità ( e prezzo) ben diversi.

Il finto legno.

Fotografie riprodotte su carta di tutte le diverse qualità del vero legno, dalla quercia argentata al palissandro, ai legni più preziosi, sono quasi sempre utilizzate come sfondo a diversi tipi di Carte a soggetto unico intero, però ve ne sono anche tipi in cui il legno è presente come unico elemento decorativo. Possono essere usate su superfici piuttosto ridotte e in abbinamento a situazioni d’arredamento molto precise.

Imitazione «canniccio».

Eseguite in svariate tinte (bianco e beige, beige e marrone, marrone e rosso) si accordano bene con gli stili un po’ più classici, ma molto sobri, come i mobili inglesi verniciati e mobili Ottocento, specialmente quelli laccati di grigio e bianco. Nella vasta gamma delle illusioni ottiche quella del «canniccio» si presta meglio di qualsiasi altra, a rappresentare un ambiente “naturale, ma nonostante la sua innata sobrietà, si adattano poco a rivestire interamente una stanza. È particolarmente indicata per arredare la parete di uno studio, la parete retro letto della camera di un ragazzo o di uno scapolo, nonché un ingresso, un corridoio, una rampa di scale.

Il finto bambù,

le imitazioni di rafia, foglie intrecciate e le stuoie di canne accostate ci paiono particolarmente indicate per arredare una casa di campagna, la camera di un bambino, una stanza di soggiorno in stile giardino o rustico moderno. La carta a graticciata di legno o bambù snellisce i volumi di una stanza troppo bassa o stretta e col tetto spiovente. È uno sfondo fresco e pieno d’allegria, che sta bene da solo e può fare a meno di mobili belli, soprammobili o quadri sulle pareti.

I finti marmi.

Le venature grigie e bianche, verdi e bianche, azzurre e bianche, creano l’illusione quasi perfetta del marmo. La somiglianza sarà ancora più vera quando si dà risalto ai pannelli rifinendoli con striscioline bianche: per esempio, in un corridoio o in una scala. Un ingresso le cui pareti troppo ravvicinate non si prestino per un rivestimento a motivi ben distinti ne risulterà più arioso. Nel salotto si armonizzeranno bene con mobili stile Impero e con qualsiasi altro mobile verniciato color mogano o legno chiaro. Particolarmente adatti per il rivestimento di bagni e toilettes, trovano però adesso il loro massimo utilizzo negli arredi di Hotel, Ristoranti e Bar alla moda.

Le finte piastrelle.

Quanti oggi non possono destinare una grossa somma ad un rivestimento di autentiche piastrelle hanno a disposizione una vasta gamma di carta da parati lavabile, sottoposta ad uno speciale trattamento che permette di adoperarla, senza dover temere che si sciupi, anche in cucina o in lavanderia. Quelle più usate, sono le carte che rappresentano le cosiddette “cemetine”, antiche piastrelle in graniglia tornate di recente prepotentemente di moda, ma vi sono anche esempi di piastrelle in metallo “rielaborate” su carta e altri in cui vengono ripetuti dei motivi ripetuti che ricordano in qualche modo delle piastrelle pur non volendo esserne una imitazione. Sono adesso largemente utilizzate per decorare le pareti dove vengono alloggiati molti modelli di cucine composibili.

Finte pietre e finti mattoni.

Sono in vendita con disegni di muretti di pietra non cementati o pareti di mattoni. Nelle case di campagna si riesce a ricavarne effetti divertenti; in un appartamento hanno impieghi più limitati. In cucina tuttavia si prestano, quando realizzate in fibra di vetro o vinilico, a far ad esempio da sfondo all’angolo della sala pranzo. Il loro utilizzo è piuttosto complesso e conviene non abusarne se non si ha un idea ben precisa del risultato che otterremo. Quelle ricoperte da parati a finti mattoni, sono alla fine del lavoro delle pareti che paiono realmente rivestite in mattoni “a faccia vista” e perciò hanno un effetto piuttosto pesante. In molti casi il finto mattone viene utilizzato infatti adesso come sfondo “in trasparenza” delle carte a soggetto unico intero e questo rende questo tipo di soggetto molto più sobrio ed elegante in tutti i contesti.

Per alcuni arredi è abbastanza in voga l’utilizzo dei finti mattoni o delle finte pietre in carte a soggetto unico che simulino delle pareti scrostate e molto malridotte. Anche in questi casi le parole d’ordine sono attenzione e parsimonia, perché quando si lavora con soggetti così veritieri e particolari il rischio di sbagliare e di superare il limite del lecito è sempre dietro l’angolo.

I finti cementi.

Sono particolarmente in voga in questo momento perché donano ad ogni ambiente un aspetto architettonico più crudo e di gusto “industrial”; Se ben usate trasformano qualsiasi appartamento in un “loft” dal sapore molto “newyorkese”. Il loro colore sempre molto chiaro gli permette di essere istallate un po’ ovunque. Sono in effetti molte piacevoli a vedersi quale sfondo per un bel mobile da soggiorno o per una cucina componibile. Un po’ meno adatte per una camera o in una cameretta, a meno che non si voglia dare a queste stanze un tocco molto “High teck”.

Le carte da parati affini alle stoffe.

Molte carte da parati stampate hanno una spiccata rassomiglianza con la stoffa. Identiche sotto tutti gli aspetti (disegno e colori), finiscono col sembrare di vera stoffa grazie alla finitura della superficie: il fondo delle carte infatti imita spesso anche la grana della tela. Le carte che imitano la stoffa, attirano la luce, a volte sono delicate ed è meglio metterle in posa sulla parete già preparata con uno strato preventivo di carta. Solitamente di buona qualità, non sempre però sono impermeabili e resistenti agli urti. Sono ricomparse contemporaneamente ai mobili Provenzali e Shabby-chic . Trattate in varia forma ed in colori chiari o scuri, si prestano a realizzazioni stravaganti o particolarmente attraenti. Una stanzetta che ne venga tappezzata si muterà in un delizioso cofanetto, un’alcova, in un piccolo nido, un ingresso, nell’interno di uno studiolo. Se mazzi di fiori, viticci e scene campestri paiono indicatissimi per la camera di una fanciulla o per 1’appartamento di una donna non sposata, si stenta un po’ più a immaginare quanto una coppia, almeno per quanto riguarda il marito, desideri vivere in un clima da bomboniera! L’aria che crea questa unità di fondo non può certo adattarsi a tutte le stanze di una casa, né a tutte le personalità.

I finti drappeggi.

Sono carte composte con dei disegni marezzati a larghe pieghe in toni pastello, talvolta rifiniti con passamaneria. Sono diverse dalle carte a finto tessuto perché simulano dei tendaggi invece che dei tessuti attaccati alle pareti in maniera piatta come si fa appunto con dei parati. Fanno molto «addobbo» e «paramento», ma trovano giustificazione soltanto in presenza dei mobili cui erano destinati in passato. Di effetto molto spettacolare vestono le pareti trasformando la stanza in uno scrigno in cui acquistano pieno risalto i mobili antichi o di maggior valore. Quelle stampate a marezzature dipinte, più decorative della carta che imita il tessuto, sono “definite” in alcuni punti e maggiormente sfumate in altri, il che accentua il loro aspetto di stoffa. Sono grigie o beiges con riflessi pallidi e bianchi satinati, o scure (verdi per esempio) con marezzatura più chiara in toni digradanti. Tali carte sarebbero infatti anche adatte a ricoprire grandi superfici, ma il loro effetto è estremamente complesso ed evidente.

Carte da parati in stile.

Non mancano le realizzazioni di gran lusso stampate a quadro a soggetto unico, che riproducono motivi antichi; ma esiste anche -e alla portata di tutte le borse- una vasta gamma di carta da parati in stile con motivi antichi, semplificati e trasposti in modo da adattarsi meglio alle tecniche di stampa a macchina rotativa. Si tratta in pratica delle carte in rotoli a metraggio del tipo più costoso che si può incontrare. In queste tipo di carte sono rappresentati tutti i vari stili dell’arredamento, dal Rinascimento fino a quelli più recenti. I motivi persiani o indiani a disegno molto fitto riportano arabeschi di ispirazione orientale, foglie stilizzate, fiori, viticci o uccelli dai smaglianti piumaggi. Le righe verticali, larghe o sottili a intervalli regolari o irregolari, usate tradizionalmente per sfondo al Direttorio e all’Impero, si trovano addirittura impiegate di frequente anche per rivestimenti di camere da letto di ragazze e bambini, vestiboli, ingressi, corridoi, rampe di scale, quando ci si trova ad arredare ambienti di gusto più classicheggiante.

Le carte in stile orientale.

Vengono realizzate con sfondi che riproducono i materiali naturali (paglia, sughero o seta) e poi stampati su carta con trasparenze di rami di bambù o di altri disegni di gusto prettamente orientale. Tale procedimento prende spunto da quello in uso originariamente in Estremo Oriente, (realizzato su materiali reali su cui venivano dipinti o stampati i vari soggetti) che aveva già fatto da noi la sua comparsa negli anni ‘60 ed era stato all’epoca accolto come una delle scoperte più notevoli in fatto di arredamento. Gli arredatori ne apprezzano l’aspetto sobrio ma molto elegante, la leggerezza dei soggetti, la facilità d’impiego: giacché questo tipo di rivestimento i cui componenti sono perfettamente appiattiti e assiemati con assoluta regolarità e gusto, si applica sulla superficie murale senza molti problemi di abbinamenti, con la stessa facilità di una qualsiasi carta da parati. Tali parati hanno infatti a volte un aspetto talmente leggero da apparire quasi “etereo”.

Saper scegliere.

Alcuni dei più particolari fra questi tipi di carte (ad esempio, quelle disegnate con falsi drappeggi, false pietre) possono essere usate con un pizzico di umorismo e in piccole dosi, in un ingresso, per esempio o in una stanza da bagno. La nostra preferenza va alle imitazioni naturali (cemento, sughero, carte giapponesi a fibre intessute e disegni astratti), ai metallizzati (a tinta unita o stampati in astratto), o alle riproduzioni ri-elaborate di alcune note opere d’arte, quando sono “fuse” in un’unica carta a soggetto intero.

E c’è da dire che gli attuali sistemi di stampa hanno dato alle moderne carte da parati tali qualità tecniche (resistenza alla luce, lavabilità, ecc.) da farne un elemento ornamentale di prim’ordine che bisogna assolutamente non temere. Ancora presso il grande pubblico c’è invece spesso l’idea, assolutamente infondata, che la carta da parati rappresenti un qualcosa di “scomodo”, sporchevole o comunque di poco pratico. C’è addirittura chi pensa che la carta, una volta istallata, obblighi i proprietari di casa a tenerla appesa per sempre. La carta da parati in realtà si presta ad essere tenuta pulita molto più di una qualsiasi tempera lavabile e la sua manutenzione è praticamente ridotta a zero con i nuovi materiali. Certo se la si danneggia lacerandola in modo da non poterla in alcun modo riparare può effettivamente rappresentare un problema, ma nella stragrande maggioranza dei casi, se anche avviene un piccolo danno e la carta viene strappata, può essere riparata facilmente e riattaccata con un po’ di colla.

Quello a cui bisogno fare molta attenzione è invece il suo utilizzo per così dire “progettuale”: nella scelta di una carta da parati intervengono infatti il gusto e lo spazio disponibile, ma non mancano di certo tanti altri motivi di ordine pratico ed estetico di cui bisogna pure tener conto.

Le regole da non ignorare.

  • Per le stanze di servizio, i bagni, le cucine, i corridoi, gli ingressi, le camere dei bambini, occorre sempre carta da parati di buona qualità, solida e lavabile con acqua e sapone, come ad esempio la vinilica.
  • Solo quando il disegno è idoneo, la vista può sostenere la prova della ripetizione senza trarne ossessione o stanchezza. Il motivo di base dev’essere tanto omogeneo da riuscire a fondersi, pur ripetuto decine di volte, in un’unità d’insieme. Per questo motivo sono tanto in voga le carte a soggetto unico, perché permettono di utilizzare motivi ripetuti senza che questi annoino.
  • I grandi motivi rimpiccioliscono le superfici e si adattano con difficoltà alle camere piccole. I colori fanno apparire più vicini i muri e ciò li rende adatti solo a stanze grandi. Sarà opportuno considerare con particolare attenzione l’ampiezza del motivo principale di una carta e la sua inquadratura, soprattutto quando si desideri rivestire pareti ove sono presenti porte o pannelli conservando le modanature come cornici,
  • Inversamente, la carta chiara a piccoli disegni accresce le proporzioni di una stanza, ma al contempo risulta un po’ più “povera” esteticamente. Sarebbe quindi da adoprarsi in carte a soggetto unico intero che fondano insieme piccoli motivi ripetuti e pochi grandi elementi decorativi in evidenza.
  • La carta con disegno molto fitto nasconde le irregolarità di una parete e attenua le sporgenze di armadi a muro e guardaroba. Così, ad esempio, le finte piastelle, i finti legni e i finti cementi, riescono a far passare quasi inosservate le asimmetriche bizzarrie di una parete non perfettamente intonacata, più di quanto potrebbe fare una carta classica a metraggio in rotoli.
  • Tutte le carte con figure che si estendono da una parete all’ altra ricoprendo la porta, ingrandiscono le pareti.
  • Le linee verticali (foglie e motivi a stampa raffiguranti rami di fiori) allungano visibilmente i muri e fanno sembrare più alto il soffitto. Allo stesso modo le linee orizzontali riequilibrano le stanze dal soffitto troppo alto.
  • Due diversi tipi di carta ( per esempio a tinta unita e stampata, stampata e a righe) dividono una stanza creando due diversi centri d’interesse.
  • Una carta stampata che ricopre muri e soffitto diminuisce la luminosità . È però una soluzione a volte raccomandabile per infondere un po’ di vita a certe stanze che danno su cortiletti angusti e tristi (per ottenervi delle sorte di giardini d’inverno), oppure per certe stanzette al pianterreno molto oscure che richiedono comunque un’illuminazione elettrica permanente.

Manutenzione delle carte da parati.

Macchie di colla prodotte nel corso dell’ applicazione: picchiettare con una spugna molto pulita imbevuta d’acqua.

Polvere: spolverare con un panno pulito posto in cima a una scopa o, meglio, ripulire tutta la superficie con l’aspirapolvere.

Impronta delle dita: asportarle agendo dall’alto in basso con una gomma pulita e molto morbida oppure con mollica di pane, facendo molta attenzione a non danneggiare il disegno sottostante.

Macchie di grasso: pasta di magnesia e trielina (lontano da qualsiasi fiamma). Lasciar asciugare, poi spazzolare con uno spazzolino molto morbido. –Per carte lavabili: passare la spugna imbevuta di acqua saponata, risciacquare con la spugna, asciugare con pelle di daino picchiettando piuttosto che sfregando. Non bagnare troppo e lavorare su zone limitate.

Ricordiamo che le carte viniliche sono lavabili con acqua saponata cui si può aggiungere, se occorre, clorato e altri moderni detersivi diluiti. Risciacquare con la spugna. Si può bagnare di più, ma sempre evitando di danneggiare la carta.

Strappi definiti: In questi casi basta un po’ di colla vinilica, la quale dovrà però essere del tipo che una volta seccato appare perfettamente trasparente e non bianchiccia.

Strappi non definiti o lacerazioni: in questi casi è spesso possibile richiedere al rivenditore un pezzetto di nuova carta relativo alla zona da riparare in modo da sostituire la parte lacerata. Il problema in questi casi è che se la carta viene richiesta dopo molto tempo può presentare delle distonie di colore anche molto evidenti, rendendo impossibile la sostituzione.

Come tappezzare una stanza o una parete con carta da parati.

La tappezzeria in carta da parati può trasformare totalmente una stanza e può anche rappresentare un’ottima soluzione per mascherare eventuali imperfezioni delle pareti. La sua istallazione è però un lavoro difficile -specie se non lo si è mai fatto prima- che conviene delegare a dei professionisti quando non ci si sente troppo sicuri. Per chi invece ritiene di avere una buona manualità, si diletta nel bricolage e preferisce sempre “far da se” i lavori della propria casa, abbiamo preparato alcuni validi consigli.

L’attrezzatura necessaria.

Ecco ciò che occorre per svolgere un buon lavoro di istallazione:

  • Un tavolo per tagliare i teli a misura e incollarli. Ovviamente quelli pieghevoli (diciamo ‘professionali’) sono perfetti, ma due cavalletti e un’asse di tre metri (larga circa 60 cm) circa, andranno benissimo.
  • Impermeabilizzante (da diluire in acqua) o più semplicemente la stessa colla da parati, secondo la diluizione indicata appositamente per questo scopo dal fabbricante (seguite attentamente le istruzioni sulla confezione).
  • Colla da parati: Ve ne sono diverse qualità in vendita dai negozianti di vernici o nelle grandi ferramenta: particolarmente consigliabile quella cellulosica, che non macchia. Il metodo di preparazione della pasta adesiva può variare secondo la marca e quindi è meglio attenersi scrupolosa mente alle istruzioni fornite dal fabbricante. Generalmente si tratta di un preparato in polvere che si diluisce in acqua un po’ di tempo prima della posa ed in dosi molto precise. Se ne ottiene una gelatina molto morbida e trasparente che non sporca i parati ed ha il potere di fungere da “ventosa” fra il muro ed il parato al momento della posa.I grumi vanno evitati con cura: vale la pena di preparare un nuovo impasto piuttosto che usarne uno grumoso. Un’altra precauzione consiste nel non approntare l’intero quantitativo in una sola volta, altrimenti qualche giorno dopo potremmo trovarci con un avanzo di colla inservibile.
  • Un secchio di plastica e un cucchiaio di legno o una bacchetta per mescolare accuratamente la colla.
  • Un pennello piatto largo 15 centimetri o una pennellessa, per spalmare la colla.
  • Una spazzola da tappezzeria a setole morbide per spianare i teli sulla parete (per le carte lavabili è meglio usare una spugna asciutta), oppure una apposita spatola in plastica quando l aprete è perfettamente liscia.
  • Un metro, preferibilmente il tipo in acciaio, avvolgibile.
  • Un filo a piombo per controllare la verticalità dei teli (una corda con un peso al fondo va bene) Forbici a lama lunga per tagliare i teli e a lama corta (meglio ancora un taglierino) per le rifiniture. Un rullo premi-giunte per assicurare l’incollaggio perfetto delle verticali (da non usare su tappezzerie a rilievo, di cui , appiattendole, rovinerebbe l’effetto). Il suo utilizzo inizialmente può sembrare piuttosto inutile, e invece si rivela a posteriori indispensabile, come vedremo più avanti.
  • Una scala sufficientemente alta da poter raggiungere agevolmente il soffitto (meglio un modello a ponte o più semplicemente due scale unite da un’asse trasversale).

E, infine, una spugna ed rotolo di carta professionale per mantenere sempre pulita tutta l’area in cui state lavorando. Se avete intenzione di usare la carta preincollata, molti di questi attrezzi non vi serviranno, tale tipo di carta viene infatti solitamente fornita con apposita bacinella per l’ammollo dei teli e con un tubo di collante per eventuali ritocchi finali, ma in questo caso bisogna preparare l’ambiente ad un procedimento molto “bagnato”.

Preparazione delle pareti.

Prima di iniziare la tappezzatura vera e propria è però necessaria una attenta osservazione delle pareti in oggetto. Un trattamento preventivo è infatti molto spesso indispensabile per garantirsi il successo finale del lavoro al quale ci si accinge.

Su pareti con gesso nuovo. Verificare con gran cura che esso sia perfettamente asciutto. Quando non lo è, conviene aspettare che asciughi, altrimenti la carta non tarderebbe a scollarsi. Per riconoscere se un muro è bene asciutto basta posarvi sopra la mano o fare la prova del chiodo: rimanendo conficcato per otto giorni non deve arrugginirsi. Se si vuol guadagnare tempo, conviene favorire l’asciugatura delle pareti lasciando aperte le finestre dell’ appartamento, possibilmente giorno e notte, oppure dotarsi di un apparecchio deumidificatore.

Su gesso o cartongesso buono e sano. Il lavoro di preparazione consiste nell’eliminare tutte le eventuali piccole asperità (sgocciolature di gesso, piccole gibbosità, ecc.). Per questo bisogna raschiare le più grosse con il raschietto e rifinire la parete lisciandola con carta vetrata fissata su un supporto di legno. Spesso, nelle congiunzioni tra pannelli di cartongesso si verifica, dopo un lungo periodo di essiccazione, qualche crepa. Per evitare che la carta si rompa, sarà opportuno incollare nei punti di giunzione un nastro di carta adesiva prima della stuccatura. La preparazione ha termine quando la parete è perfettamente liscia è può dirsi pronta a ricevere uno strato di “fissativo”.

Su pareti già rivestite. A rigore, e sempre che lo strato sottostante aderisca perfettamente al muro, si può anche incollare la carta nuova sulla vecchia. È consigliabile comunque non oltrepassare i tre strati consecutivi di carta e verificare che il rivestimento vecchio non minacci di colorare, per osmosi, il nuovo. Vanno raschiate le carte umide e quelle che, applicate difettosamente fin dall’inizio, presentino pieghe o rigonfiamenti. Quando però è scollato soltanto qualche lembo, nulla impedisce di appiccicarlo nuovamente. Qualora esista qualche rigonfiamento, lo si può incidere con una lametta e rincollarlo sotto per far meglio aderire la carta alla parete.

Quando gli strati sottostanti sono difettosi converrà procedere, senza la minima incertezza, all’asportazione della vecchia carta. A tal fine occorre: -bagnare abbondantemente i muri dall’ alto in basso con spugna o spazzola, usando acqua calda con aggiunta di qualche prodotto atto ad agevolare lo scollamento della carta precedente. Anche un vecchio ferro da stiro può rivelarsi utile: magari il lavoro durerà più a lungo, ma si eviteranno gli schizzi d’acqua.

Quando la carta è del tipo vinilico o di quello in Pvc è necessario provvedere alla foratura della superficie impermeabilizzante onde fare in modo che l’acqua riesca a raggiungere gli strati sottostanti in carta.

Per togliere la carta, in generale il primo accorgimento da seguire consiste nello strapparla a grossi brandelli: ci si aiuti se occorre con una spatola la cui lama sottile ed elastica si insinui facilmente sotto la carta vecchia, ma si badi a tenerla di piatto contro il telo, altrimenti potrebbe rigarsi o rigare il muro in maniera che esso debba essere successivamente di nuovo lisciato prima dell’applicazione dalla nuova carta. Esaminate minutamente le pareti rimesse allo scoperto prima di iniziare ogni nuovo lavoro: vanno estirpati i chiodi di ogni sorta e i ganci che possono perforare la carta nuova; ri-tappate le fessure e i buchi con stucco da pittore o, più semplicemente, con speciali impasti già pronti per l’uso. Dopo che questi sono asciutti occorre pareggiarli con il raschietto e infine lisciare con carta vetrata.

Per pareti che presentino chiazze d’umido (i grandi aloni ne sono un segno caratteristico) si provveda all’ applicazione di una vernice impermeabile: ne accorreranno almeno tre strati. Con pareti particolarmente impregnate di umidità la soluzione è data da una intelaiatura composta di sottili pannelli di legno da applicare al muro, che mantengono ben tesa una tela su cui viene fissata la carta. Qualora tali pannelli esistano già se ne controlli lo stato di conservazione e all’occorrenza se ne rafforzi la tensione inchiodandole di nuovo. Ricordiamo comunque che in tal modo non si risolve il problema dell’umidità, ma lo si separa semplicemente dalla carta. Le muffe ed i batteri rimarranno dunque comunque a minacciare le pareti tappezzate, se l’umidità non verrà tolta fin dalla sua stessa causa.

Su pareti intonacate a calce o “intonaco civile”. L’intonaco, quando presenta eccessive asperità, va raschiato e pareggiato prima di passare la colla o altrimenti levigato per mezzo di un macchina levigatrice. Dopo di che occorre un efficace lavaggio da effettuarsi con una pennellessa a spazzola, ed una risciacquatura accurata. Si lascino trascorrere almeno quarantotto ore prima di applicare il rivestimento e si cerchi di non effettuare questo tipo di operazione nelle giornate più umide o piovose, perché in tal caso l’intonaco tarderebbe troppo ad asciugarsi.

Su pareti trattate ad olio o a cera. Generalmente sono quelle trattate a encausto durante gli anni 80 e 90. In questi casi prima o poi l’umidità condensandosi sulla vernice finirebbe per bagnare la colla provocando il distacco della carta. Per evitare tale inconveniente conviene levigare la parete e spalmarvi, prima di applicarvi la carta, una mano di colla impermeabilizzante lasciandola asciugare perfettamente.

Preparazione.

Come abbiamo detto la superficie da tappezzare deve essere il più possibile levigata e pulita. Se l’intonaco è già liscio e pronto, fissatelo con un leggero strato di impermeabilizzante o con un velo della stessa colla da parati. Ciò renderà il muro più lucido, faciliterà lo scorrimento della carta in fase di istallazione e ne assicurerà la tenuta. L’operazione può essere eseguita qualche giorno o anche un’ora prima di applicare la tappezzeria. Dipende dalla qualità della parete in questione. L’impermeabilizzante si stende con una pennellessa come se fosse tempera, curando di asciugare presto le eventuali gocce cadute in terra o che hanno bagnato le altre pareti (fatelo con un panno o con una spugna umidi) perchè una volta asciutto tende a far sembrare sporche le superfici ove si è posato.

Carta-fodera o lisciatura. Come abbiamo detto nel paragrafo riguardante le varie qualità di supporto, quella “di fondo” è una carta neutra leggera da applicare prima della tappezzeria nel caso che le pareti abbiano un intonaco molto irregolare, screpolato o scrostato. In alternativa la parete può essere lisciata tramite un intonaco molto liscio a rapida asciugatura, il quale esiste in vari tipi di grana. Usate una grana fine sotto una tappezzeria normale, una grana più ruvida per tappezzerie con superficie a rilievo o tessili. Il tipo a grana extra fine serve se anziché tappezzare si vuole tinteggiare la parete.

Quanti rotoli comperare?

Nel caso delle carte a soggetto unico intero questo problema ovviamente non si pone perché sia nel caso delle carte realizzate su misura sia nel caso dei pannelli decorativi acquistati in misure già pronte, si conosce a priori le misure e la collocazione esatta di ogni telo.

Nel caso invece delle carte in rotoli a metraggio il primo dato da considerare è la larghezza utile ricoperta dal rotolo, il quale non viene utilizzato mai per intero. Se la carta è posata a giunti accavallati, il ritaglio della cimosa ne diminuisce infatti la larghezza di 3 cm circa.

Con un’ applicazione a giunti vivi e il conseguente taglio di entrambe le cimose, la larghezza diminuisce di 6 cm. Le dimensioni correnti dei rotoli di carta da parati sono: lunghezza m 10,50, altezze che variano in genere dai 0,50 agli 0,53 cm.

Scelta dell’altezza.

Adesso nelle case moderne la carta da parati viene di solito applicata su tutta l’altezza della parete, cominciando dallo zoccolo e finendo al soffitto. In quelle antiche o in quelle arredate in stile a volte si soleva invece far terminare la carta a circa 25 cm del soffitto, lasciando a bella posta una striscia libera, normalmente dipinta con i colori della volta. In questo o in altri casi come questo una listellina o cornicetta orizzontale è assolutamente necessaria onde definire il limite tra la carta e la parete lasciata libera. Qualunque sia il tipo di decorazione prescelto, l’altezza del telo da applicare va prevista aumentata di 3 cm a entrambe le estremità, per aver modo di compiere il ritaglio dopo l’applicazione del telo.

Calcolo del numero dei rotoli. Occorre misurare la larghezza della parete escludendo la larghezza di porte e finestre; calcolare poi quante volte la larghezza utile di un rotolo è contenuta in questa larghezza, infine, quante volte l’altezza di un telo è compresa nella lunghezza di un rotolo. Dividere il primo risultato per il secondo. Esempio di una stanza con tutte le pareti da tappezzare: il perimetro trovato, 25 metri, diviso per la larghezza utile del rotolo, cm 0,53, dà come risultato 47 volte la larghezza di un rotolo. La lunghezza di un rotolo, m 7, divisa per l’altezza del telo applicato, poniamo m 3, indica due teli per ciascun rotolo. Numero dei rotoli necessari: 47 : 2 = 24 rotoli.

Si aggiunga al risultato così ottenuto il numero dei rotoli necessari per rivestire il sopra e il sotto, delle finestre e il sopra delle porte. Si aumenti ulteriormente quest’ultima cifra, per prudenza, di circa il l0 % se la carta da applicare è in tinta unita o a motivi piccoli. Quando si tratti di disegni grandi o si debbano eseguire dei raccordi, come nel caso della carta tipo “damascato grande”, il numero dei rotoli necessari va aumentato senza esitazione del 25 % . Del resto i negozianti vi potranno utilmente consigliare circa la quantità dei rotoli occorrenti.

Qualità della carta.

Abbiamo visto come la gamma di carte da parati attualmente in commercio sia molto ampia sia per qualità che per disegni. Ma quando si voglia applicarle personalmente è necessario condizionare la scelta alla propria abilità. Lo spessore ha anch’ esso la sua importanza. È consigliabile mantenere una via di mezzo perché le carte sottili, imbevendosi di colla, rischiano facilmente di bucarsi, strapparsi o sgualcirsi al momento dell’applicazione. Se poi oltre ad essere sottili non sono lavabili, bisogna stare molto attenti a non fare macchie di colla, perché nell’asciugarle si rischierebbe di farle stingere. La carta doppia peraltro, se è più resistente, si incolla con minore facilità di quella di spessore normale. La carta «velluto», un tipo di particolare bellezza con la superficie effetto tessuto, richiede una colla piuttosto densa, che quindi va preparata molto prima di iniziare il lavoro: per farla aderire perfettamente occorre lasciare che s’impregni a lungo prima dell’ applicazione. La carta più facile ad applicarsi e che lascia meno sfridi è senz’altro quella a tinta unita. All’opposto quella che richiede il rispetto di grandi disegni, richiede un preciso raccordo delle immagini e delle linee se si vuole evitare un risultato disastroso: ma per far questo occorre molta attenzione e manualità.

Preparazione del lavoro

Taglio delle striscie. Approfittate del tempo che la colla impiega a prendere una giusta consistenza per rimisurare la parete in questione e vedere come adattarsi le strisce di carta nel senso della lunghezza, avvicinandole il più possibile alle misure dalla parete. Si suppone che abbiate controllato al momento dell’acquisto l’assoluta uguaglianza dei rotoli: colori esattamente identici, stessi motivi ecc. Tagliate dunque dal rotolo una prima striscia basandovi sull’altezza della stanza, non tralasciando di aggiungere alle misure esatte 6 cn almeno quale margine di sicurezza e di ritaglio. Ottenuta la prima striscia della lunghezza desiderata, distendetela bene sul pavimento in modo da servirvene come modello per un rapido taglio delle successive. Ma attenzione: nel caso delle carte da parati in rotoli a disegni ripetuti, prima di tagliare le carte, bisogna tener conto dei necessari punti che recano impressi i contrassegni di raccordo; queste peraltro lungo il margine, ad intervalli regolari, dei riferimento, che facilitano tale operazione.

Raccomandiamo di compiere tagli ben perpendicolari sia sovrapponendo con precisione i bordi della carta, sia adoperando una grossa squadra.

Incollatura. Le strisce devono essere accuratamente cosparse di colla ancor prima di ritagliarne il bordo o la cimosa. Il tavolo usato, se non è da lavoro, va ricoperto di carta spessa o un foglio di plastica. Su di esso vengono poste una sull’altra e a rovescio le strisce già tagliate nel senso della lunghezza. Si comincia quindi a spalmarle di colla, con cura ma senza esagerare, incrociando le pennellate in modo da non lasciare allo scoperto nessun punto. Si inizia dalla metà della striscia destinata a stare in alto; quando questa parte superiore si è ben imbevuta la si ripiega su se stessa perché trasmetta la colla all’altra metà. Analoga operazione va compiuta con la parte inferiore. Le successive ripiegature vanno eseguite badando a far collimare i bordi laterali della carta prima di procedere al taglio di una cimosa (solo ovviamente in caso di posa “per sovrapposizione”). La cimosa superstite dovrà, sulla parete, trovarsi rivolta verso la luce principale della stanza per non creare ombre portate. Il taglio dell’orlo da asportare va eseguito con forbici o coltello sulla carta spalmata di colla e ripiegata a doppio. (Si noti che con la carta spessa occorre tagliare entrambe le cimose e accostare le strisce bordo contro bordo). Il taglio deve essere rettilineo al massimo e in questo si rivela l’utilità di un taglierino abbastanza lungo, che tuttavia richiede un minimo di abilità. L’asportazione della cimosa dev’essere completa: meglio sconfinare un po’ verso l’interno che lasciarne sussistere le tracce. Consigliamo di incollare e ritagliare le strisce ammucchiandole una sull’altra, e di applicarle successivamente almeno due o tre alla volta, perché in questo modo la colla potrà sufficientemente “ammorbidire” la carta che diventerà per questo molto “elastica”, senza che essa si asciughi troppo presto.

Anche in questo campo l’organizzazione razionale permette di guadagnare tempo e realizzare un lavoro migliore. Per questo di solito la tappezzatura è un lavoro da eseguirsi in due: uno lavora a terra incollando e preparando i singoli teli, l’altro prepara la parete e inizia il montaggio dall’altro, facendosi aiutare dal collega via via che procede verso il basso. Quando si è in due del resto è possibile avere due differenti punti di vista dei vari punti di combacio fra i successivi teli. Come abbiamo detto infatti, in questa fase la carta è molto bagnata e per questo molto elastica, ma se da un lato tale proprietà rappresenta un indispensabile vantaggio, da un altro può rappresentare una difficoltà, perché obbliga ad un controllo molto attento di tutti i punti dove il disegno deve perfettamente corrispondere, dall’alto fino al basso.

L’applicazione delle strisce. Si inizia dalla parte provvista di finestre o da quella maggiormente in luce. Prima però bisogna verificarne, mediante un filo a piombo, la verticalità dell’angolo, perché l’applicazione della prima striscia è molto importante per una buona riuscita dell’intera operazione. Vale la pena, se necessario, di tracciare a matita una linea di partenza che sia perfettamente a piombo. Lo stesso andrà fatto per il soffitto: se volete una fascia libera sotto la volta o soffitto tracciatene il limite o verificatelo con la livella ad acqua. Dopo questa indispensabile precauzione, sollevate la parte superiore della prima striscia e dispiegatela per applicarla delicatamente alla parete un po’ alla meglio. Mentre in alto si regge provvisoriamente da sola grazie all’effetto “ventosa” della colla, svolgete il resto della striscia e quindi scollatela di nuovo nell’ intera lunghezza procurando di farla coincidere al massimo con i tracciati esistenti. Nel corso di tale messa a punto la striscia resta appesa in tutta la lunghezza e separata dal muro dallo spessore delle dita che la sorreggono in alto. Gli inesperti si faranno aiutare soprattutto nell’applicare la prima striscia, ma come abbiamo detto poter svolgere questo lavoro in due facilita molto anche i professionisti.

In questa fase la carta va dunque incollata perfettamente a piombo sulla parete, cominciando dalla cima e spianandola con uno spazzolone o una spatola, che vanno mosse, in un primo tempo, dal centro verso i lati per rimandare verso 1’esterno le bolle d’aria rimaste dietro la carta, poi nuovamente verso i lati. Passate più volte senza timore e picchiettate anche lievemente, per eliminare le pieghe e far sì che la carta aderisca saldamente al muro. L’eccesso di carta al livello dello zoccolo va prima segnalo a matita, poi ritagliato con le forbici o il taglierino. Nel collocare le strisce successive, si avrà cura di raccordare i motivi, quando sia il caso, e naturalmente di accoppiarli con precisione alle cimose delle strisce precedenti. Chi non ha aiutanti ricorra a un trucco già sperimentato. Basta prendere due normali spilli e, facendo riferimento alla prima striscia applicata, infilarli giusto in punta al bordo di ricopertura della striscia successiva, uno in cima e l’altro in fondo. Gli spilli, funzionando da fermagli, facilitano la sovrapposizione delle strisce. Uno straccio (cambiato di frequente) o un rotolo di carta professionale tornerà assai utile per asciugarsi le mani, destinate inevitabilmente ad imbrattarsi di colla. Una spugna appena umida è quanto occorre per pulire lo zoccolo, il pavimento, il soffitto e tutto quanto le strisce troppo lunghe impiastricciano di colla.

Raccordo speciale. Quando incontrate interruttori, prese di corrente, tubi, ecc., tracciate sulla striscia, usando la parete stessa come appoggio e adoperando gli oggetti come matrice del disegno, la forma ad essi corrispondente, per poi ritagliarla con una lametta da barba, un taglierino o un paio di forbici. Per evitare pieghe nell’angolo dei muri tagliate la tela longitudinalmente facendo in modo che oltrepassi soltanto di un centimetro lo spigolo. Poi proseguite normalmente il lavoro. Se però la striscia incollata in un angolo della parete presenta una piega non facilmente eliminabile con la spazzola, non abbiate alcuna esitazione: la striscia va ritagliata in modo da realizzare un rivestimento parziale partendo dal bordo del tela e giungendo anche fino all’angolo del muro. Il taglio deve essere preciso quanto quello delle cimose e il rivestimento seguirà anch’ esso il criterio della luce principale. Per quanta cura si sia posta nell’applicare la carta, persistono sempre piccole raggrinzature. Inutile preoccuparsene, la carta asciugandosi si distende e i piccoli difetti scompaiono da soli.

I bordi. In alcuni casi e con della carta da parati particolarmente “classiche” o “in stile”, per una più accurata rifinitura si possono apporre sugli orli superiore e inferiore delle strisce applicate di bordi di carta da parati. Conviene, al fine di maneggiarli più agevolmente, suddividerli in segmenti lunghi circa due metri, con le giunture tagliate di sbieco in modo da renderle meno visibili. Si passa quindi ad incollarli piegandoli come le strisce già applicate, e comunque asportando con una spugna l’eccesso di colla prima che si asciughi.

Concludiamo questa disamina di questo interessante argomento parlando un poi di noi e del nostro negozio.

Nei nostri punti vendita di Dicomano e Firenze si trovano esposti numerose carte da pareti a soggetto unico interno da realizzare su misura tramite il nostro indispensabile partner, l’azienda “Inkiostro Bianco”. Il nostro ufficio grafica è però in grado di realizzare per voi anche delle carte Viniliche, assolutamente uniche e dunque esattamente personalizzate, che non saranno adattate soltanto nelle misure alle vostre esigenze, ma anche e soprattutto nei soggetti e nei colori. Questa possibilità progettuale praticamente unica nel panorama del commercio delle carte da parati ci pone davvero all’avanguardia nell’utilizzo di questa importante forma di decorazione. Una infinita possibilità di ispirazione per chi, clienti o progettisti, desiderano davvero rendere uniche e irripetibili le pareti di qualsiasi casa.