In questo breve articolo affronteremo stavolta un dilemma che affligge spesso chi si trova a dover ristrutturare una cucina: quello della scelta per il materiale migliore da utilizzare per rivestire lo spazio di parete che rimane fra base e pensile.

Questo spazio, che come è noto è molto soggetto allo sporco prodotto durante la cottura e la preparazione delle pietanze, siccome riveste un importanza notevole nell’estetica complessiva della cucina, può essere effettivamente oggetto di riflessione circa la “texture” che dovrà assumere. Si tratta in pratica di una scelta che deve soddisfare contemporaneamente sia esigenze di carattere estetico che pratico.

A livello estetico, probabilmente la migliore soluzione è quella che prevede l’utilizzo dello stesso materiale che si è usato per il piano di lavoro, il quale, magari in spessore ridotto, potrà senz’altro essere utilizzato anche in verticale a rivestire la parete. Ma non sempre questo è conveniente. Se abbiamo ad esempio ricoperto la nostra cucina con un bel piano in marmo, in granito oppure nei moderni materiali sintetici come il quarzo o gli altri composti come il Corian, potremmo incontrare notevoli difficoltà nel rivestire la nostra piccola parete verticale, a causa dei costi, a volte davvero notevoli che la scelta di questi materiali potrebbe comportare. Sì perché queste materie, se anche le si acquistano in spessori ridotti (il 2 cm è lo spessore più adatto a questo scopo), necessitano comunque di una serie di lavorazioni artigianali per fare in modo che essi possano essere perfettamente adattati alla parete di riferimento, che spesso richiedono molte ore di manodopera. A parte l’adattamento alle misure esatte infatti, ogni parete da cucina presenta delle predisposizioni tecnologiche , come il rubinetto del gas o le varie prese elettriche, che per poter essere utilizzate, hanno bisogno di fori specifici da effettuare sul materiale di rivestimento. Tali fori devono per forza avere una precisione tale che il più delle volte vengono addirittura effettuali manualmente in opera, cioè sul posto, in modo che tali fori combacino perfettamente con gli attacchi presenti in parete.

Oltre a questo c’è anche una problematica relativa al materiale stesso con cui si è deciso di ricoprire la cucina, il cosiddetto “Top”. Se ad esempio si è deciso di utilizzare il laminato, potremmo presto accorgerci che tale materiale risulta col tempo poco adatto a rivestire la parete retrostante. Questo a causa della sua poca resistenza al calore che potrebbe causare addirittura “bruciature” nella zona dietro al piano cottura, su di cui le fiamme possono venire spostate qualora si utilizzino padelle o pentole troppo grandi sopra ai fuochi posteriori. Per ovviare a tale problematica le cucine migliori prevedono l’utilizzo di una speciale lamina in acciaio, la quale, con un impatto estetico minimo, contente di proteggere adeguatamente il pannello di rivestimento in basso, proprio dietro al piano di cottura, là dove potrebbe presentarsi il pericoloso problema delle bruciature.

Ma a parte rivestire la paretina fra base e pensili con lo stesso materiale utilizzato per il piano di lavoro, esistono anche altre finiture pensate a questo scopo

Le piastrelle, ad esempio, sono sempre una delle soluzioni più utilizzate a questo scopo, ma ci sono due fattori che fanno sorgere presso qualcuno ben più di un dubbio. Il primo è relativo alla natura stessa delle piastrelle le quali, essendo un materiale adoperato a questo scopo ormai da più di un secolo, può risultare per alcuni banale e non al passo con i tempi. Il secondo è invece prettamente pratico e riguarda la problematica relativa alle “fughe” in cemento che quasi sempre sono presenti fra piastrella e piastrella. A questo proposito si può senza dubbio dire che le fughe attualcucina-con-schienale-in-quarzomente, se trattate con delle apposite resine trasparenti, garantiscono un’ottima protezione da oli, grassi e umidità. In questo modo, e magari scegliendo dei colori non proprio chiarissimi come il bianco ed il beige si può risolvere il dilemma delle fughe, che possono ingiallire molto velocemente a causa dei vapori di cotture rendendole oltretutto facilmente lavabili.

Le piastrelle, possono dunque in effetti porre qualche quesito nella testa di chi vuole utilizzarle, ma hanno veramente molti vantaggi: sono resistenti, esistono in una quantità praticamente illimitata di colori, di stili e di texture, hanno una superficie assolutamente impermeabile ed inattaccabile allo sporco, sono per questo facilmente pulibili ed offrono una enorme garanzia di durata nel tempo essendo, bene o male, di un laterizio praticamente eterno.

Più o meno le stesse resine che possono essere utilizzate per le fughe delle piastrelle, possono da un po’ di tempo, fungere da superfici di rivestimento anche da sole. E qui si apre davvero un mondo di possibilità. In tantissimi colori, esse vantano infatti ormai anche un’ampissima scelta di finiture: lucide, opache, materiche, perlacee, nuvolate e spatolate. Ne esistono sia all’acqua che al solvente, ma non sono di facilissima applicazione e per questo richiedono manodopera specializzata per la loro posa. Ciò, unito al costo stesso della materia prima, contribuisce a rendere questo tipo di rivestimento abbastanza costoso, ma di sicurissimo effetto. Tanto che vengono da qualche tempo utilizzate come base estetica di “sfondo” per quelle cucine componibili che, magari un po’ troppo bianche o anonime, necessitano per questo di essere “caratterizzate” in qualche modo. L’effetto ottenibile è infatti davvero bello ed originale. Sotto questo punto di vista sono molto efficaci anche gli smalti all’acqua, i quali sono vernici, certamente più economiche delle resine, con le quali si possono ottenere anche deicucina con schienale in vetro buoni effetti decorativi, pur essendo lo stesso impermeabili, a elevato potere coprente e facilmente lavabili. Alcuni prodotti riproducono perfettamente l’effetto metallo (per una cucina d’aspetto hi·tech), altri, se usati con la dovuta maestria possono avere anche dei romantici effetti nuvolati o striati.

In alternativa, si può ricorrere anche a idro-pitture decorative di tipo tradizionale, le quali sono adesso molto spesso miscelate su basi acriliche e per questo garantiscono già da sole una buona resistenza specie sulle pareti lisce come quelle in gesso. Volendo si possono comunque trattare in seguito con della vernice trasparente protettiva lavabile, con la quale si ottengono anche risultati inaspettati.

Di gusto assolutamente molto attuale ed adatti per poter essere inseriti come rivestimento fra top e pensile, sono i pannelli in vetro temprato: vetri float con un lato satinato o lucido e un altro rivestito con una vernice smaltata di alta qualità, trattata termicamente, disponibile in centinaia di colori diversi. Resistono molto bene all’umidità, ai graffi e al calore. Possono essere retro-illuminati e addirittura dotati di una superficie sul retro completamente in metallo in modo da potervi applicare una infinità di accessori magnetici.

Per ultimo l’acciaio inox, il tipico materiale utilizzato per le cucine professionali, il quale risponde perfettamente ad ogni esigenza di bellezza, igiene e di resistenza. Tornato di gran voga grazie ai programmi televisivi sulla cucina, è di nuovo richiesto come superficie retrostante la cucina.

I problemi, relativamente a questo materiale sono piuttosto legati al suo costo (anche in questo caso, causato dalla necessità di una vasta quantità di manodopera per la sua realizzazione e la sua posa) ed alla sua difficoltà di pulizia, che obbliga le massaie a strofinare con cura tutta la superficie metallica in modo da togliere sporco e aloni, praticamente dopo ogni utilizzo.

Tanti materiali dunque e davvero un’ampissima possibilità di scelta. Qualsiasi sia la vostra preferenza tenete sempre presente che questa superficie riveste all’interno dell’arredo di una cucina componibile una valenza davvero notevole e per questo, prima di prendere qualsiasi decisione, consultatevi con noi circa i migliori abbinamenti consigliabili per il vostro ambiente e per il modello della vostra cucina.